Skyline, Niagara, Quirinus, Corvinus

Sulla copertina di un’edizione del romanzo 1984 di George Orwell edita da Mondadori, credo proprio nell’anno indicato dal titolo, contenente anche un’introduzione di Umberto Eco, c’era un font che mi aveva abbastanza colpito ma che non sapevo come descrivere.

Ho risposto al questionario di Identifont per cercare di identificare il carattere. E il font più simile che viene fuori è lo Skyline Bold Condensed di Font Bureau. L’anno è il 1992, ma sulla base di un lavoro del 1929-34. Le firme sono di Imre Reiner e Jane Patterson.

Oggi il font si scarica solo da Typenework, solo nelle versioni Black e Bold Condensed.

La prima è molto più larga di quello della copertina, la seconda è stretta ma pesante.

La digitalizzazione è stata fatta per le esigenze della rivista Traveler, ma evidentemente esistevano altre versioni di questo carattere, che in Europa era conosciuto col nome di Corvinus.

Confrontando i numeri del carattere usato da Mondadori con quelli dello Skyline si notano principalmente due differenze, a parte le proporzioni. Il numero 8 sulla copertina del libro ha uno dei tratti centrali molto spesso che scende, venendo toccato da due tratti sottili. Nel font digitalizzato dalla Patterson invece c’è un sottile ponticello centrale.

Il 9 che sta sulla copertina del libro ha un’estremità inferiore che termina in verticale puntando in alto, ma da cui parte una sottile grazia che punta in verticale verso il basso. Caratteristica molto inusuale. Nel font della Patterson invece il tratto finale del 9 si ferma molto in basso, per poi tirare su una sottile grazia verticale.

Un carattere simile è il Niagara Solid, famoso perché incluso col software Microsoft. Anche questo è più pesante di quello usato all’epoca da Mondadori. Il 9 termina con l’estremità inferiore che punta in alto, ma senza grazia aggiunta. Proporzioni a parte, si nota che le grazie nelle lettere sono molto spesse, mancano le grazie centrali sulla E e manca la grazietta verticale in salita al disopra della G (che è speculare a quella che si vede sull’estremità inferiore del 9).

Il Quirinus lo conosciamo: è un lavoro di Alessandro Butti. Qui la C e la G hanno lo sperone in salita, ma spesso quanto le aste, mentre il 9 non ha nessuno sperone in discesa. Nell’8 c’è la solita soluzione del ponticello centrale, che non corrisponde a quello della Mondadori.

Devroye ha uno specimen del Corvinus stretto, ma contiene soltanto le lettere minuscole.

Nella C di un Corvinus largo e pesante vediamo lo sperone sottile che punta in alto. La stessa soluzione è in entrambe le estremità della S, una volta verso l’alto l’altra verso il basso. 

Questi speroncini verticali sottili si trovano anche nell’Ltc Glamour, sulla C, sulla G, e sulla S, ma solo sull’estremità superiore.

L’Ltc Glamour è “un revival del Glamour Medium, disegnato da Imre Reiner e originariamente pubblicato dalla Lantson Monotype nel 1048”, dice Identifont, al momento. Difficile che nel medioevo apprezzassero lettere del genere: infatti nella scheda è scritta la data corretta, 1948.

Su Myfonts l’Ltc Glamour è taggato:1930s, 1940s, American, delicate, serif e transitional. Il Glamour della Urw usa gli stessi tag, a cui aggiunge “Corvinus”. 

Devroye parlando del Corvinus lo definisce “a didone family developed between 1932 ant 1935”.

Reiner era un ebreo ungherese che visse gran parte della sua vita in Svizzera.

Nacque nel 1900 e morì nel 1987.

Tra i suoi lavori digitalizzati spiccano vari Glamour/Skyline, e qualche script. Più un elegantissimo italico, Stradivarius, un gotico, Leather e il celebre Matura, famoso perché nei software da ufficio è spesso incluso il Matura Script Capitals, dalle maiuscole arabeggianti.

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