Dimensioni caratteri Bodoni

All’inizio dell’Ottocento non era in uso l’unità di misura del punto tipografico. Esistevano però dei nomi convenzionali che indicavano la grandezza del carattere.

In Italia se ne è quasi completamente persa la memoria. All’estero no, tant’è vero che su Wikipedia in inglese c’è una tabella di comparazione tra nomi e punti tipografici moderni.

I nomi erano diversi da Paese a Paese: nella tabella sono presenti i nomi dei sistemi americano, britannico, francese, tedesco, olandese e cinese. E l’Italia? L’Italia è rimasta tagliata fuori. 

Agli inizi dell’Ottocento Giambattista Bodoni, il più famoso incisore italiano, i cui caratteri sono simbolo di eleganza e sono ancora usati al giorno d’oggi in tutto il mondo in formato digitale, mise a punto il suo Manuale Tipografico, in cui raccolse il lavoro di una vita: ogni pagina conteneva un testo standard (l’inizio di un’orazione di Cicerone in latino) impaginato in un tipo di carattere diverso. Si inizia con quelli più piccoli per aumentare sempre di più le dimensioni.

Quanto erano grandi i caratteri in questione? Ecco il problema: la grandezza è specificata secondo la nomenclatura italiana. E visto che sul web non si trova nessuna tabella di comparazione, è difficile trasformarla in una misura in punti tipografici.

La dimensione più piccola è la parmigianina, dopo la quale troviamo nompariglia, mignona, testino, garamoncino, garamone, filosofia, lettura, silvio, soprasilvio, testo, parangone, ascendonica, palestina, canoncino, sopracanoncino, canone, corale, ducale, reale, imperiale, papale.

Per ogni dimensione ci sono diversi font, ognuno dei quali è identificato con un nome di città.

Ho trovato scritto da qualche parte che le dimensioni delle pagine dovevano essere 32x22. Se così fosse, impostando una proporzione, verrebbe fuori che i caratteri papale equivarrebbero ad un corpo superiore ad 80.

Per i caratteri filosofia staremmo sui 12 punti e mezzo, a giudicare dall’interlinea.

La cornice più piccola avrebbe una larghezza di circa 10 centimetri, con circa un centimetro di distanza dal contenuto. Ma chiaramente queste sono soltanto stime fatte frettolosamente da me che sono incompetente.

Gli specialisti hanno passato in rassegna il manuale di Bodoni in maniera molto minuziosa, ma concentrandosi su ben altri dettagli. Su C-a-s-t si può leggere, in inglese, un articolo che analizza la forma delle lettere, con tanto di scannerizzazioni in altissima definizione, lettera per lettera, in cui si ragiona soprattutto dell’aspetto estetico (eleganza, presenza e assenza di grazie, forme, dettagli, ecc.) e poco di dimensioni.

Un riferimento preciso nell’articolo c’è: l’area riservata ai testi sarebbe di 60x90 mm (90 è la larghezza... Poco più di quello che avevo calcolato io).

Nella nota 19 dell’articolo vengono fornite altre due misure: quelle delle maiuscole più piccole, 1 mm, e di quelle più grandi, 34 millimetri.

Visto che in un Bodoni digitale le maiuscole sono circa il 65% del corpo, queste misure corrisponderebbero a un corpo 4,3 per i caratteri più piccoli e un 148 per quelli più grandi (ossia le maiuscole della pagina 254 del manuale, così ingombranti che ce ne entrano solo 4 per pagina).

Provo ad impaginare un Monotype Bodoni in OpenOffice in corpo 148 e a sovrapporci lo screenshot della corrispondente pagina del manuale. Le proporzioni della pagina vengono come le avevo calcolate io all’inizio (con l’altezza di 32 centimetri).

Le proporzioni di alcune lettere sono le stesse, quelle di altre no (la C). Soprattutto, sono diversi sia lo spazio tra le lettere che l’interlinea (ma è altamente probabile che siano stati aumentati per dare equilibrio alla pagina).

Nella parmigianina mi pare che entrino 18 righe in poco più di 47 mm (interlinea sui 7 punti e mezzo). Per ottenere lo stesso rapporto con un Bodoni digitale e interlinea automatica di OpenOffice bisognerebbe impostarlo circa in corpo 6. E così la frase scritta nella prima riga entrerebbe in una larghezza di quasi 8 centimetri, che pure è in linea con la mia ipotesi iniziale.

Riassumendo: forse la parmigianina potrebbe corrispondere a poco più di 6 punti tipografici. 

AGGIORNAMENTO: Appena ho finito di scrivere questo post è venuto fuori che una tabella con i nomi italiani e le corrispondenze c’è, su Wikipedia, solo che è nascosta alla voce Cicero. In base a quella, la parmigianina corrisponderebbe a 5 punti tipografici. Ma visto che le righe sul manuale sono 22, se è vero che il rettangolo del testo è alto 6 centimetri, verrebbero fuori 7,2 punti tipografici a riga, ossia un corpo cinque più oltre due punti di spazio aggiunti tra una riga e laltra. A parte il fatto che queste proporzioni non coincidono con quelle del Bodoni digitale, comunque mi sembrano strane. Evidentemente, in mancanza di dati più precisi non se ne può venire a capo. 

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