I giornali con la morte di Hitler

Qualche giorno fa avevo dato un’occhiata all’impaginazione del giornale della Dc, Il Popolo, dalle origini, subito dopo la liberazione della capitale, fino a metà degli anni Novanta.

Oggi ho visto per caso la prima pagina dello stesso quotidiano in cui si annunciava la morte di Adolf Hitler: “Hitler è morto”, diceva il titolo di apertura, a tutta pagina, tutto in lettere maiuscole, a caratteri slab. Nell’occhiello c’era scritto “crepuscolo degli dei”.

Ho provato a passare qualche lettera al Font Moose per vedere se riconosceva il carattere, ma i molti risultati che restituisce sono fuorvianti. Forse quello che si avvicina di più è il Novecento Slab Wide UltraBold, di Jan Tonellato.

La didascalia dice che la famiglia è ispirata alle “tendenze tipografiche europee tra la seconda metà del diciannovesimo secolo e la prima metà del ventesimo”, ma non nomina nessuna ispirazione precisa. Su Identifont c’è solo uno degli stili, ancora non catalogato insieme ai caratteri simili.

Fonts In Use conosce il font, ma non ha ricevuto segnalazioni di usi, né lo mette in relazione con caratteri simili.

La principale differenza col font che si usava negli anni Quaranta è di non poco conto: la forma della M, che sui giornali d’epoca aveva i fianchi divergenti, mentre nel font moderno ce li ha paralleli.

All’epoca la soluzione a fianchi divergenti era molto comune: più in basso nella stessa pagina c’è un titoletto in un font diverso che dice che “La tomba di Mussolini resterà sconosciuta”, in cui la M è concepita pure in questo modo.

Oggi invece si tratta di una soluzione molto insolita: passando solo la M del titolo di apertura al Font Moose vengono fuori risultati in caratteri sans, in gran parte.

Mi viene in mente la testata del quotidiano romano Il Tempo, che pure è in uno slab dello stesso tipo, seppure un po’ più leggero, e risale alla stessa epoca: è un altro giornale nato a seguito della liberazione della capitale.

Passare la descrizione della lettera a Identifont manda molto fuori strada: verso classici tipo Plantin, Garamond, Perpetua, oppure verso qualcosa di molto più decorato come il Belwe.

Su Google Fonts ci sono vari slab del genere, ma sempre con M dai fianchi paralleli.

Comunque, già che siamo in tema della morte di Hitler, diamo un’occhiata anche a due prime pagine dell’epoca impostate in maniera completamente diversa.

La prima è quella del giornale dei militari americani, The Stars And Stripes (opera all’interno del Dipartimento della difesa, anche se ne è editorialmente separato, dice Wikipedia).

Il titolo dice semplicemente “Hitler morto”, suddividendolo in ben due righe che arrivano ad occupare metà della pagina. Entrambe le righe sono nello stesso corpo, ma se si osserva in particolare la larghezza della E ci si rende conto che si tratta di due font diversi: stretto per la prima riga, largo per la seconda. (All’epoca i font non erano scalabili, quindi non si potevano restringere a piacimento: per ottenere quest’effetto era necessario averne a disposizione due versioni diverse).

La pagina evidentemente fece effetto sul pubblico dell’epoca. Un reporter scattò una foto ad alcuni militari che leggevano ciascuno la propria copia del giornale con questo titolone, ed è di sicuro un’immagine di impatto. Anche molti altri giornali, americani e non, impaginarono il titolo in base allo stesso principio, magari mettendo la frase su una riga soltanto.

Un’altra prima pagina che mi colpisce invece è quella del New York Times, ma per il motivo opposto. Il titolo era: “Hitler morto nella Cancelleria, dicono i nazisti: Doenitz, il successore, ordina il proseguimento della guerra; Berlino quasi sconfitta; l’esercito statunitense avanza”. Un titolo chilometrico, suddiviso in tre righe, che però occupano forse un quarto della metà superiore della pagina. Le parole sono scritte tutte in maiuscolo (e in corsivo), ma non è stato usato neanche il grassetto!

Forse un titolo su tre righe e a tutta pagina non era usuale, i titoli degli altri articoli in prima pagina sono molto più piccoli, e c’è una foto del dittatore tedesco su due colonne. Insomma, può darsi che rispetto al solito il titolo abbia attirato l’attenzione, rispetto agli standard del quotidiano newyorkese, ma a confronto della concorrenza sembra un titolo sussurrato.

Il sito Business Insider mostra queste due prime pagine, insieme ad altre risalenti a quel giorno. Tra queste c’è quella di un altro giornale di New York, il Daily News, che pure titola “Hitler Morto”, in due righe, in una grandezza tale da occupare praticamente mezza pagina. Qui la seconda parola è nello stesso font della prima, quindi lascia un po’ di spazio bianco a destra e a sinistra. L’occhiello è “La radio nazista annuncia:”, mentre al disotto del titolo troviamo soltanto tre righe, di cui la prima in corsivo, più una dicitura in piccolo: “Storia a pagina 3”.

Insomma, se Stars And Stripes lasciava la metà inferiore della pagina per una foto e le scritte in piccolo, qui non c’è posto per immagini e scritte in dimensioni che non fossero display.

Il Daily Record titolava “Hitler ucciso”, tutto in maiuscolo, per l’altezza di mezza pagina. Sans serif stretto in entrambi i casi: e se la E è la stessa nella prima e nella seconda parola, la I della seconda è più stretta dell’altra, così che le due parole occupano lo stesso spazio.

Anche qui la notizia è considerata così importante che le parole del titolo si appropriano dello spazio a disposizione, a spese delle immagini oltre che dei testi.

Nei quotidiani la tendenza era questa, anche se esisteva, in embrione, anche la tendenza opposta, limitata ad un altro tipo di carta stampata: la rivista Time, ritagliò la foto del fuhrer e la mise su fondo bianco, aggiungendoci una croce sopra in inchiostro rosso sgocciolante. Nessuna parola ad annunciare l’evento.

In seguito lo schema venne ricalcato dalla rivista tre volte nell’ultimo ventennio, per Saddam, Al Zarqawi e Bin Laden, per suggerire il paragone che fossero come Hitler.

L’articolo di Business Insider mostra anche prime pagine di giornali francesi, spagnoli e tedeschi, ma nulla dall’Italia.

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