Il tipometro


Sfogliando una vecchia enciclopedia degli anni Sessanta mi sono soffermato sulle immagini che erano state messe accanto all’articolo dedicato alla tipografia: un tipografo al lavoro; vari strumenti del mestiere, compositoio, vantaggi...; la mappa dei vari scompartimenti della cassa dei caratteri; e il tipometro.

Questo era un righello millimetrato: da un lato si poteva ottenere la misura in centimetri, dall’altra in righe tipografiche.

A prima vista le due scale mi lasciano un po’ disorientato.

Il punto tipografico oggi è di 0,352 millimetri circa, poco più di un terzo di millimetro. All’epoca si usava il punto Didot, pari a 0,375 millimetri (sempre se arrotondiamo per difetto). La differenza è di due centesimi di millimetro, ossia appena 2 millimetri su 10 righe in corpo 10.

Ok. Ma dove si vede tutto questo sul righello?

In realtà i numeri che compaiono si riferiscono non ai punti, ma alle righe tipografiche, ognuna delle quali vale 12 punti. Quindi una riga doveva essere pari a 4 millimetri e mezzo, 20 righe erano 9 millimetri.

E questo coincide con quello che si vede nell’illustrazione. Ogni riga è divisa in sei parti (il trattino che indica la metà è leggermente più lungo degli altri), ognuna delle quali è pari a due punti, quindi.

La cosa che mi lascia un po’ spiazzato è la presenza di un conteggio a parte che indica i gruppi di quattro righe. Esisteva un multiplo della riga tipografica? Come si chiamava?

Sul web non ho trovato nessuna traccia di tutto ciò.

Una breve guida sui vari sistemi di misurazioni tipografiche si può trovare sul blog di Giò Fuga.

Invece sul sito di un istituto tecnico pugliese si può trovare si trova una bella presentazione in pdf, in 21 slide, realizzata dall’Istituto Pavoniano Artigianelli Per Le Arti Grafiche, che spiega come usare il tipometro.

I modelli professionali contengono non soltanto due scale graduate, ma un grandissimo numero di riferimenti per identificare rapidamente la grandezza delle lettere, lo spessore delle aste, perfino gli angoli. Per questo gli strumenti sono trasparenti, in maniera da poter essere sovrapposti alle lettere che si vogliono misurare.

Il corso fornisce anche il metodo approssimativo per risalire al corpo di un carattere a partire da una normale misurazione dell’altezza della maiuscola: si prende la misurazione in millimetri, e si moltiplica per quattro. Il risultato è una stima del corpo in punti.

Il motivo è presto detto: il corpo del carattere non coincide con l’altezza delle maiuscole, ma prevede anche un piccolo spazio al disopra, in cui ci sono gli accenti, e uno maggiore al disotto, per i tratti discendenti delle lettere minuscole. Nei font con proporzioni tradizionali l’altezza della maiuscola è circa i due terzi del corpo. Quindi se l’altezza in millimetri la dividiamo per 0,66 otteniamo l’altezza del corpo, in millimetri. Questo risultato poi lo dobbiamo dividere per 0,352 per convertirlo in punti tipografici. Combinando insieme queste due operazioni (1/0,66/0,352=4,3) otteniamo il coefficiente di 4 che ci semplifica i calcoli. Comunque non è obbligatorio che tutti i font conservino la stessa proporzione: ciascuno è impostato in maniera diversa, e quelli più originali si discostano maggiormente da questa stima.

Le slide mostrano anche come si può misurare facilmente l’interlinea, dalla base delle lettere della riga superiore alla base di quelle della riga inferiore, in verticale. In questo caso il valore non è una stima, ma è un dato preciso.

In un certo senso un tipometro è incorporato all’interno del programma che usiamo per comporre i testi. Ad esempio in OpenOffice c’è una scala graduata sulla sinistra, che misura la distanza verticale dall’angolo superiore sinistro dell’area dedicata al testo, e ce n’è un’altra in alto, che misura la distanza in orizzontale dallo stesso angolo. Normalmente la misurazione è effettuata in centimetri, ma cliccandoci col destro si può scegliere tra millimetri, pollici, punti e pica. Il pollice è l’unità di misura che si usa comunemente nel mondo anglosassone dove non è in vigore il sistema metrico. Il punto è il punto tipografico Postscript. La pica ne è un multiplo, ed è pari a 12 punti tipografici. In pratica, e l’equivalente della vecchia riga tipografica, chiamata anche cicero col vecchio sistema per non confonderla con la riga di testo (due righe di testo in corpo 6 hanno l’altezza di una riga tipografica, ossia 12 punti).

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