Sans stretto, Warsaw, Aurora, Steelfish
Torno ancora sul Resto del Carlino del 1943 che ho trovato sul web qualche giorno fa.
Mi colpisce quel sans serif stretto con cui viene annunciato un articolo riguradante “Le fasi della guerra in Russia”, su tre colonne a destra.
All’epoca era usuale vedere caratteri così stretti, che servivano a far entrare frasi lunghe in poco spazio, usando il corpo maggiore possibile. Oggi si usano altre tecniche per attirare l’attenzione (colori e immagini, ma anche spazi vuoti).
Passo solo l’articolo “Le” al font identifier di FontSquirrel e vengono fuori quattro risultati.
Uno è lo Sharka Compressed, di Peggo Fonts, e non è affatto giornalistico.
Gli altri due sono molto somiglianti, l’Album Cover Jnl Regular di Jeff Levine Fonts e il Sunblock Pro Extra Condensed Bold, di Grype Type. Entrambi su FontSpring, il secondo ha anche le lettere vicinissime tra di loro, come sul vecchio giornale.
Il quarto è l’unico gratuito, il Warsaw Gothic Condensed, che in effetti ha una e con molto più spazio all’interno: le controforme non sono fessure verticali ma sono delimitate in gran parte da linee curve.
Però il progetto è interessantissimo perché il font, che si scarica da Fontzillion con licenza Sil gratuita senza bisogno di registrazione, fa parte di una famiglia di ben 26 stili diversi, che sperimentano effetti differenti: abbiamo un outline 3d con spessore nero, un outline 3d con spessore trasparente, un outline normale dalle linee spesse, ciascuno in versione obliqua. extended e condensed, più una versione Wood Type.
Ovviamente le lettere hanno forme più moderne rispetto al giornale del 44. Basta guardare la f o la g (quest’ultima, sul giornale era ad occhiello singolo mentre nel font è a doppio occhiello, con quello inferiore che rimane aperto).
La l sul giornale era rettangolare, qui è a manico d’ombrello.
Cercando a occhio tra i font stretti di Google non mi pare ce ne sia uno in grado di fornire un effetto simile.
Ripeto la ricerca su Myfonts e vengo indirizzato verso l’Aurora Condensed e sui suoi doppioni Album Cover Jnl Regular, che stava anche nella ricerca precedente e Steelfish Extrabold, di Typodermic.
Sul sito non ci sono informazioni, ma Aurora è un nome storico. Infatti lo trovo sul sito di Devroye, che fa risalire il disegno alla fonderia Johannes Wagner, anno 1912, ed elenca i numerosi nomi con cui veniva commercializzato da fonderie diverse negli anni Venti.
Riconosco le forme nello specimen dell’Aurora Condensed A della Bitstream, che si può vedere sul sito.
Per quanto riguarda Typodermic, è la fonderia di Ray Larabie, nota perché fornisce una versione gratuita di molti dei suoi font.
Vado su Dafont e infatti la trovo: Lo Steelfish è disponibile in tre pesi più italico, più un outline senza italico.
Nella descrizione non compare mai la parola Aurora, ma si dice che l’ispirazione deriva dai quotidiani della metà del ventesimo secolo. I conti tornano.
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