Cardinal
Di recente una diocesi italiana ha organizzato un evento, e ha diffuso un flyer via web impaginato con lettere molto particolari: pur avendo una forma abbastanza consueta, evocavano atmosfere medievali. La s aveva degli svolazzi che salivano verso l’alto, la n invece aveva la seconda gamba che scendeva serpeggiando sotto la linea di base. E sulla S maiuscola una delle grazie superiori era allungata ad attraversare la lettera fino a terminare sotto la linea di base.
I siti di riconoscimento automatico non ne venivano a capo, quindi ho immaginato che fosse un font gratuito. E infatti è su Dafont: è il Cardinal, di Dieter Steffmann. L’autore è famoso per avere digitalizzato numerosi caratteri attinti ai secoli passati, che ha caricato su internet con licenza 100% gratis. Ieri questo font ha totalizzato quasi 200 download, in totale ha superato il milione e duecento mila.
Il progetto è disponibile in due versioni, per includere anche le varianti di alcune lettere.
Tra i font commerciali, un effetto simile lo si può trovare nel Perigord, di Scriptorium.
Secondo la didascalia il font è “ispirato dalle maiuscole di Gutenberg e dal lettering sviluppato dal designer tedesco Ernst Bentele, ma i suoi antecedenti vanno indietro alle iniziali francesi (o franche) del periodo carolingio”.
La prima affermazione mi ha lasciato parecchio scettico: le maiuscole di Gutenberg sono facilmente riconoscibili per via dei doppi tratti verticali, che qui mancano. Ma non è a quelle che ci si riferiva, bensì ai capolettera che sulla bibbia di Gutenberg erano aggiunti a mano, in colori diversi, e che erano in stile lombardo, senza i tratti verticali tipici del carattere usato per comporre il testo.
Per quanto riguarda Bentele, Devroye scrive che la sua guida su come disegnare alfabeti in stili diversi è stata di ispirazione a molti designer di font digitali, e ne fornisce un breve elenco.
Scriptorium vende anche un altro font che si chiama Aneirin, e che è privo di didascalia e che apparentemente è basato sulle stesse minuscole sono le stesse del Perigord. Le maiuscole sono simili, ma più fluide: mentre nel Perigord si passa bruscamente da tratti spessi a tratti sottili, nell’Aneirin il passaggio è più graduale.
Purtroppo quest’ultimo non è disponibile in anteprima su Identifont, così al momento non si può fare un confronto a colpo d’occhio.
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