Churchward 69

Nel 1988 i Primitives uscirono con il loro primo singolo, che li portò al quinto posto della classifica dei dischi più venduti in Gran Bretagna.

Sulla copertina del disco c’era il chitarrista a figura intera, il viso della cantante, in alto la scritta Primitives in viola con contorno nero, all-caps stretto, mentre in verticale, dal basso verso l’alto, c’era scritto crash, tutto in minuscolo, rosso con contorno nero, lettere piccole molto spaziate tra di loro.

Per quanto riguarda quest’ultima scritta non c’è neanche da starci a pensare: hanno usato il GillSans, penso nella versione UltraBold. Un font facilmente reperibile anche perché inserito in alcuni moderni software da ufficio.

L’altro invece darebbe qualche grattacapo in più, se non fosse che esistono i siti di riconoscimento automatico. Passo solo la lettera M al FontMoose dopo pochi secondi ecco un responso plausibile: Churchward 69, oggi disponibile grazie a BluHead Studio.

Il carattere digitale che si trova oggi in commercio è in cinque pesi diversi più italici, ed ogni peso corrisponde ad una larghezza diversa: la versione di base ha lettere molto strette, quella UltraBlack ha P e R larghe all’incirca quanto sono larghe.

La versione sula copertina del disco non corrisponde con esattezza a nessuna di queste. La lettera più diversa è la R, che rispetto al font digitale ha una rientranza meno accentuata sulla destra, una controforma superiore molto più corta.

Stranamente questo font non è elencato da Identifont, anche se risulta su MyFonts dal 2015. Secondo Myfonts risale alla fine degli anni Sessanta.

Nel disegnatore neozelandese (nato nelle Samoa, in realtà) ci siamo imbattuti già per via dei caratteri che per un certo periodo sono stati usati per la testata di Rivista Militare negli anni Ottanta. Il font sarebbe ChurchwardDesign, la cui versione digitale viene però fissata al 2007. Evidentemente però il progetto originale era in commercio da almeno trent’anni.

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