Fasciofont
Qualche anno fa è uscito su Vice un articolo dedicato al font usato oggi in Italia dagli estremisti di destra. Non solo da loro: anche dalle tifoserie, forse pure quelle di sinistra, anche dai forconi, anche dagli organizzatori di una gara podistica sponsorizzata dal Pd... Tutti accomunati, secondo l’autore dell’articolo, dalla stessa “puzza di fogna”.
“Prima di tutto mettiamoci d’accordo: si dice il font e non la font, intesi?”, è l’attacco del pezzo, poco conciliante, seguito dalla considerazione che se non tutti sono in grado di riconoscere le differenze tra Helvetica e Akzidenz Grotesk tutti sanno riconoscere il font dell’estrema destra: UltrasLiberi. Segue link al font in questione, su Dafont. Con l’aggiunta di un paio di foto di striscioni o scritte in cui il carattere sarebbe stato usato.
Di vero c’è soprattutto il fatto che la gente non nota le differenze, perché i caratteri che si vedono nelle foto sono uguali all’Ultras Liberi come il Garamond è uguale al Times New Roman.
Il fatto è che gli striscioni e le scritte sui muri sono realizzati a mano, per cui le persone scrivono secondo la propria sensibilità, ispirandosi ad un modello, ma non riproducendolo nello stesso identico modo. E non è detto che il modello sia proprio il font in questione.
Diamo un’occhiata alla foto di apertura: la U è composta di tre lati rettilinei, mentre nell’Ultras Liberi è composta da due lati curvi; la L è senza grazie, mentre nel font è con grazie; la T è senza grazie; la R pure; la A è simmetrica, mentre nel font è asimmetrica; la I è senza grazie, col puntino, mentre nel font ha le grazie slab. Insomma, se lo stile è lo stesso, nel senso che compaiono spigoli e gomiti là dove non dovrebbero, non si tratta di uno striscione che imita quel preciso font.
Esistono altri font che si basano sullo stesso stile. Ad esempio su Dafont c’è il Tradizione, che sta sul sito almeno dalla stessa data dell’Ultras Liberi, ottobre 2008, ma pure questo ha varie grazie slab.
Nella scritta con falce e martello che si vede in coda all’articolo, pure l’autore riconosce quello che lui chiama il fasciofont: ma la E ha un tratto centrale obliquo che attraversa l’asta curva in salita, spuntando sia a destra che a sinistra, mentre il tratto inferiore è rettilineo in salita, caratteristica che non compare né nell’Ultras Liberi né nel Tradizione.
Entrambi i font poi hanno la M coi fianchi paralleli, mentre nella scritta sul muro questi sembrano essere leggermente divergenti.
Il motore di ricerca Google collega a quest’articolo di Vice anche la foto del manifesto del 2013 contro Cecile Kyenge, sul quale di recente è uscita una sentenza controversa. Ma lì troviamo una O con la punta in basso, simile al Tradizione più che all’Ultras Liberi; come pure la forma di N e G. Ma la C ha una grazia sola, la T è senza grazie, e soprattutto la E ha una forma che non ha nulla a che vedere con nessuno dei due font: è normale, con tratto centrale leggermente ribassato. Come pure la K e la Y non hanno nulla a che vedere coi font in questione.
Insomma, non si può accusare un font di un misfatto commesso da un font che gli somiglia. E nemmeno si può necessariamente accusare qualcuno di essere fascista solo perché ha usato uno spigolo di troppo. Lo stile in questione infatti non è stato inventato né dalle tifoserie né dagli estremisti, ma affonda le sue lontane radici nella corrente Arts And Crafts, emersa ai primi del Novecento in contesti che nulla hanno a che vedere con la politica. (Su Dafont ci sono vari progetti che mostrano come lo stile si è evoluto in direzioni completamente diverse: vedi il Madison Square di Nick’s Fonts)
Per quanto riguarda il mondo calcistico, sempre su Dafont c’è da segnalare anche l’Italian Football, che ha la T e la C senza grazie, lettere di forma mai vista, e spigoli poco curati. Nella didascalia si dice che il font è stato creato per celebrare la vittoria italiana ai mondiali del 1934 (che si svolsero nell’Italia fascista). Ma manca qualsiasi conferma.
Infine l’articolo di Vice si ricollega ad un altro stile di scrittura riconducibile ai gruppi di destra, che poi sarebbe confluito nel font Ratanegra, disponibile su Dafont anche in una seconda versione messa a punto da Woodcutter, rispettivamente 30 mila e 9 mila download totali.
A parte la grazia all’insù sulla gamba della R, lo stile ha ben poco in comune con quello che usano oggi ultrà: qui c’è un contorno disegnato a mano da un fumettista, e grosse variazioni di contrasto, mentre nello stile in cui si inserisce l’Ultras Liberi troviamo forme geometriche e nessun contrasto.
L’articolo di Vice venne citato nel 2015 dal giornalista satirico Luca Bottura, che contestava il “lettering inconfondibile” di uno striscione di solidarietà affisso a Roma dopo una tragedia in cui perse la vita un bambino. Effettivamente nella scritta le lettere G-E-O avevano il lato superiore piatto e quello inferiore a punta, e la N aveva il tratto obliquo ribassato. Però le lettere A, U e V erano simmetriche e la B non aveva spigoli sulla destra, quindi la scritta non era necessariamente ricalcata sull’Ultras Liberi.
Bottura non aveva chiamato per nome il carattere, anche se per indicare lo stile del lettering ha usato talvolta la parola “font”. Ne era seguito il consueto vespaio, con gli attivisti di destra che ne avevano approfittato per far notare, tra l’altro, che Vice non è propriamente uno dei siti più autorevoli al mondo. Ovviamente, il guazzabuglio riguardava il presunto significato politico dello striscione, non certo le questioni tipografiche.
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