Heavy Equipment

Di recente ha fatto notizia il movimento Birds Aren’t Real, nato negli Stati Uniti d’America per sostenere la tesi che gli uccelli non sono animali, ma droni governativi che spiano le persone dall’alto. Dopo avere manifestato anche davanti alla sede di Twitter per chiedere di cambiare il suo “odioso” logo, il fondatore ha concesso un’intervista per spiegare quello che era già più che evidente: il suo intento era quello di prendere in giro i movimenti che sostengono tesi deliranti sui complotti, usando il loro stesso linguaggio per diffondere una teoria totalmente campata in aria.

Il fondatore ha racimolato un po’ di soldi vendendo merchandising ufficiale, e li ha anche spesi per girare gli Stati Uniti con un furgone per sensibilizzare la popolazione americana. Sono state prodotte magliette ufficiali, stampati manifesti, volantini, adesivi e quant’altro, utilizzando font diversi di volta in volta. A tutto questo si sono aggiunti i vari meme, nei quali gli utenti si sono sbizzarriti ad inventare gli slogan più improbabili.

Alcuni dei font che si sono visti sono dei classici, altri sono meno riconoscibili. Restava un mistero, finora, il font usato nel logo (la scritta “Birds aren’t real” in nero all’interno di un cerchio; lettere maiuscole relativamente strette).

I siti di riconoscimento automatico non restituivano risultati pertinenti dai siti commerciali, quindi l’ipotesi più probabile era che si trattasse di un font gratuito. E quindi, in mancanza di altri strumenti, non restava che il vecchio sistema: andare su Dafont e sfogliare le pagine fino a trovare il risultato giusto. L’operazione è tanto più lunga quanto meno usato è il font: solo di caratteri Fantasia ci sono più di 100 pagine da 200 font ciascuno.

Ho scelto di personalizzare l’anteprima con una sola lettera, per velocizzare le operazioni. Ho preso la lettera E, che ha un rigonfiamento caratteristico sul tratto centrale, il quale è anche più corto degli altri e leggermente rialzato.

In conclusione è venuto fuori che il font si chiama Heavy Equipment, disegnato da Jlh Fonts, basato sulle targhe automobilistiche del Michigan degli anni Sessanta e Settanta. È diffuso con licenza di pubblico dominio, sia in formato otf che ttf.

Ieri ha totalizzato solo quattro download.

Dello stesso autore ci sono altri 39 font sul sito. Al primo posto, con 273 download ieri, chissà perché, c’è il Marker Scribbles, scarabocchietti a zigzag.

Il primo font utilizzabile è il Viafont, tutte maiuscole, con O perfettamente circolare e A a forma di V rovesciata. Dovrebbe essere stile Art Deco. Seguono Broken Glass e Scratched Letters, entrambi con le aste sporcate da segni bianchi, rettilinei nel primo caso, a scarabocchio nel secondo. Entrambi all-caps, il primo compresso.

Più giù, tra le altre cose, si nota l’Apex Lane che è un set di capolettera decorati, molto chiari, e l’Aquifer, che è un Garamond che contiene le imprecisioni delle stampe d’epoca.

C’è anche il Portmanteau, maiuscole sporche e un po’ irregolari dalle forme che andavano di moda qualche secolo fa, e il Pretzel, che evoca un’atmosfera rétro, anche se è catalogato in Fantasia/Consumato.

Molti dei font che fanno parte della lista sono semplici tentativi amatoriali che non hanno richiesto nessuno sforzo e che sono pressoché inutilizzabili.

L’ultimo della lista oggi è l’Airbrush: lettere stampatelle maiuscole tracciate semplicemente a spruzzo. Un risultato che non impressiona più di tanto, e un file molto pesante (ci vogliono parecchi secondi solo per visualizzare l’anteprima nel font viewer di Windows).

Insomma, la fonderia non è un granché, ma ha prodotto anche qualcosa di interessante, e soprattutto utilizzabile liberamente. Va più che bene, per un movimento che sostiene che gli uccelli non sono reali. Certo, non credo che il disegnatore avrebbe mai pensato di vedere comparire il suo font sulle pagine giornali, anche esteri.

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