I nomi che hanno fatto la Storia dei caratteri tipografici
Nel 2003 il quotidiano Repubblica ha fatto uscire un’enciclopedia in venti volumi.
Alla voce “carattere tipografico” c’è un lungo elenco di persone e aziende che hanno disegnato, inciso o prodotto caratteri tipografici per la stampa.
Dopo il nome dell’inventore Gutenberg, vengono citati Nicola Jenson e Francesco Griffo da Bologna, attivi entrambi a Venezia nel quindicesimo secolo.
Per il sedicesimo secolo, i nomi riportati sono: Ludovico degli Arrighi, i Paganini, Antonio Blado, Geoffrey Tory, Simon de Colines, Claude Garamont (Garamond), Guillame Le Bé, Jean e Robert Granjon.
Nel diciassettesimo secolo invece troviamo Sanlecque padre e figlio, Pierre Moreau e un altro Le Bé.
Nel diciottesimo secolo ci sono Philippe Grandjean, i Fournier, Francois Ambroise, Pierre Francois Didot in Francia; John Baskerville a Birmingam, i Breitkopf a Lipsia, Bodoni a Parma.
Nel diciannovesimo secolo ci sono Pierre, Firmin, Henri e Jules Didot, Marcellin Legrand, Gillé Laurent e Lucien Deberny.
Nel ventesimo secolo in Italia sono attivi Alessandro Butti, Aldo Novarese, Francesco Simoncini e Umberto Fenocchio. In Europa Roger Excoffon, Adrian Frutiger, Hermann Zapf, Ladislaz Mandel, Georg Trump, Imre Reiner, Stanley Morison, Sjoerd Hendrik De Roos, Carl Dair, Eric Gill, Albert Hollestein, Paul Renner. In America Herbert Lubalin, Paul Rand, Griffith, Ray Baker.
Seguono i nomi delle fonderie: Atf, Amsterdam Typefoundry, Bauer, Berling, Berthold, Caslon, Deberny & Peignot, Enchedé, Haas, Monotype, l’italiana Nebiolo, Olive, Schriftguss, Stempel, Typoart e Wagner. A cui si aggiungono le fabbriche di matrici per composizione meccanica: Linotype, Monotype, Ludlow, Sofratype, e le italiane Simoncini e Traldi.
Alcuni di questi nomi sono famosi anche tra il grande pubblico, perché sono stati dati a font di uso comune: Bodoni, Garamond, Baskerville, Caslon... E alcuni aziende sono attive ancora oggi (Linotype e Monotype).
Altri nomi sono celebri solo fra gli addetti ai lavori (Griffo, incisore di Manuzio).
Altri ancora sono quasi completamente dimenticati.
Facendo mente locale, magari viene in mente anche qualche nome che è stato escluso dalla lista.
Per Identifont i cinque nomi più cercati tra i designer oggi sono quelli di Neville Brody e Albert-Jan Pool, che sono contemporanei, Giambattista Bodoni, Jan Tschichold (morto nel ’74, solo 8 font digitalizzati) e William Morris (morto nel 1896, solo 10 font digitalizzati a nome suo).
Quest’ultimo si occupò di tipografia solo a margine di tante altre attività (architettura, poesia, design, pittura...), eppure fu di enorme ispirazione per i suoi contemporanei e non solo. Ha contribuito alla nascita della figura del font designer e a rendere rinomata la tipografia nell’ambito delle arti applicate.
Tra i cinque “editori” più popolari Identifont segnala Letraset (nata negli anni 60 per produrre fogli di lettere trasferibili), Adobe (inizio anni Ottanta, all’avanguardia nel mondo informatico), Microsoft e Apple (case produttrici di software, che spesso acquistano o commissionano i caratteri ad aziende esterne) e Google Web Fonts (che raccoglie sul suo sito progetti di fonderie diverse, tutti utilizzabili o scaricabili gratuitamente).
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