Amsterdam
Secondo Wikipedia in inglese la fonderia Amsterdam (Lettergieterj Amsterdam) era una delle due fonderie di caratteri rimaste nel Paese nel ventesimo secolo. L’altra era la Koninklijke Enchedé & Zonen.
La Amsterdam divenne una divisione di Tetterode, e nel 2000 tutti i diritti vennero trasferiti alla Linotype.
Il nome Tetterode è linkato in rosso, cioè non ha nessuna pagina dedicata sull’enciclopedia in inglese. Su Fonts In Use invece si dice che la Amsterdam nacque dalla fonderia di Nicolaas Tetterode, aperta nel 1851 a Rotterdam e spostata ad Amsterdam nel 1857. Il nome ufficiale era Fonderia Amsterdam Già Tetterode (Lettergieterij Amsterdam voorheen N. Tetterode).
Nel 1988 i vecchi caratteri sarebbero stati trasferiti a un’azienda di Barcellona, dice il sito.
Secondo Devroye, che ha una pagina in cui mostra una manciata di specimen “molto materiale della Tetterode può essere trovato all’università di Amsterdam.
Uno degli specimen mostra un blackletter chiamato Tetterode Oud Hollands, da un catalogo del 1963, che però non è altro che un Old English, le cui forme risalgono all’inglese Caslon Black del 1760.
Per chi vuole qualcosa di originale si trova in commercio oggi l’Holland Gothic, di Coen Hofmann, Urw. Nella descrizione non si nominano mai le fonderie olandesi, ma si dice che le lettere sono ispirate ai caratteri duytsch di Johan Michael Fleischmann e Christoffel Van Dijck, e ai calligrafi di diciassettesimo e diciottesimo secolo.
Fleischman era tedesco, ma lavorò alla Enschedé di Haarlem. Era contemporaneo di Baskerville e Fournier. In digitale è attribuito a suo nome un carattere romano della Bitstream (digitalizzato da Charles Gibbons) con delle strane grazie sulle EFLTZ maiuscole che sembrano apostrofi. Secondo identifont è simile all’Hoefler.
Van Dijck invece visse nel Seicento. “Il suo nome è sinonimo dell’età d’oro della tipografia olandese nel diciassettesimo secolo, che aiutò a confermare la reputazione dei caratteri olandesi in tutta Europa”, dice Identifont. In digitale c’è un solo progetto che viene ricondotto a lui, il Dtl Elzevir, digitalizzato da Gerard Daniels nel 1993 per Dutch Type Library. Identifont non può mostrarne lo specimen, ma dice che somiglia a Plantin e Jenson.
Commenti
Posta un commento