Antonio Blado

Antonio Blado fu uno stampatore di origine mantovana attivo a Roma dal 1516.

Wikipedia riporta soltanto poche righe che lo riguardano. La sua stamperia forse si trovava nella stessa sede di quella installata da Sweynheym e Pannartz, ossia i due monaci tedeschi che per primi portarono l’arte della tipografia in Italia. Nel 1527 entrò in possesso dei tipi di caratteri appartenuti a Ludovico degli Arrighi. Dal 1549 fu tipografo della Curia Romana. Uno dei suoi figli proseguì la sua attività fino ai primi del Seicento.

Su Wikipedia viene mostrata la marca tipografica di Antonio Blado, con le sue iniziali: un’aquila coronata con le ali aperte che sorregge un drappo.

Una voce dedicata a lui c’è solo in un’altra edizione dell’enciclopedia online, quella francese.

Una biografia molto dettagliata si trova invece nel dizionario biografico Treccani, con cenni alle difficoltà che si trovò di fronte nella stampa di testi greci (i caratteri erano troppo grandi, non erano economicamente convenienti, per cui bisognò realizzarne di più piccoli) e l’elenco delle principali opere stampate.

“Manca uno studio generale sui tipi usati dal B.; negli annali non si accenna ad essi”, dice la Treccani. “L’assortimento è grande, anche se il B. non può annoverarsi tra i creatori di bei caratteri”.

Si parla di gotici, corsivi, greci.

È impossibile dare un giudizio di insieme sulle opere, visto che dalla stamperia uscirono sia opuscoli commerciali “miseri e rozzi”, sia “edizioni in folio assai decorose”. 

Una foto del frontespizio di un libro stampato da lui si trova su Wikimedia: “Fondamenti del parlar thoscano, di Rinaldo Corso, nella sua uera, & sana, & original lettione rappresentati.” In Roma, per Antonio Blado. 1564”.

Al centro della pagina c’è un’incisione circondata da tre scritte tutte in maiuscolo: “Al mayor / impetu / mas fverte.”

Tra il titolo e l’incisione c’è una decorazione tipografica.

La pagina era movimentata con le tecniche in uso all’epoca. Il titolo è tutto in maiuscolo, caratteri molto spaziati tra di loro, suddiviso in tre righe di corpo decrescente. Il nome dell’autore è in caratteri romani, con tanto di minuscole. La s minuscola è quella lunga. La frase successiva è in corsivo italico. Si nota ancora la s lunga, e l’uso della u al posto della v, così come nel maiuscolo si usa la V al posto della U. Insolita la forma della &, che a differenza di quella più in uso oggi non intrecciava i tratti. Numeri minuscoli. Dopo il nome dell’editore, dopo l’anno di stampa e anche dopo la citazione intorno alla cornice dell’incisione c’è il punto, che oggi si preferisce omettere. 

La foto è in alta definizione, quindi permette di notare le differenze nella stampa delle varie lettere, e le imperfezioni che si notano all’interno delle aste, a causa della ruvidità della carta.

Su Libri Antichi Online è disponibile una bolla papale stampata da Blado. Si nota un’intestazione in caratteri gotici e un capolettera da 9 righe. 

Sullo stesso e su altri siti si trovano altri documenti pontifici simili impaginati con gli stessi caratteri.

Nell’ultima riga della pagina veniva inserita una sola parola (o frazione di parola) allineata a destra.

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