Jim Nightshade

Esiste un font su Google Fonts che si chiama Jim Nightshade, messo a punto da Astigmatic.

Non ci avevo mai fatto caso prima. È particolare soprattutto per la lettera d, che è disegnata in un modo che era comune nei secoli passati. A anche le altre lettere sono realizzate in maniera tale da simulare la scrittura dei calligrafi su documenti pregiati.

Il nome deriva da uno dei personaggi della storia “Something wicked this way comes”, dice la presentazione, in cui si evoca qualcosa di misterioso. La storia è un romanzo fantasy-horror degli anni Sessanta, scritta da un certo Ray Bradbury, pubblicata in Italia col titolo “Il popolo dell’autunno”, la cui trama è riassunta nel dettaglio su Wikipedia.

Ho incontrato questo font perché è in uso nei titoli del sito Dickens Code, dedicato al tentativo di decifrare la scrittura stenografica del noto scrittore ottocentesco. In home page troviamo solo le maiuscole, ma nei singoli post troviamo anche le minuscole, che sono molto più appariscenti. 

Per quanto riguarda la scrittura normale di Dickens, se ne trovano sul web vari esempi: nei manoscritti dei suoi romanzi, pieni di cancellature, alcuni dei quali sono stati anche pubblicati per intero per rendere l’idea del processo creativo che c’è dietro. Esiste anche in un manoscritto privato realizzato per i suoi figli. Ne aveva otto e all’epoca avevano tutti meno di dodici anni.

Tra i vari fogli in cui ci si imbatte girando sul web, anche una carta intestata del 1864 col nome del settimanale diretto da Dickens. Intestazione in Old English, con alcune delle iniziali in rosso, sottotitolo in serif tutto maiuscolo, indirizzo in corsiva inglese. Segue lo spazio per la data con le prime tre cifre stampate, sempre in corsiva inglese, mentre l’ultima cifra doveva essere aggiunta a penna.

Si trova sul web anche qualche foto del settimanale: senza illustrazioni, testo suddiviso in due colonne separate da una linea verticale, uso di caratteri serif, con titoli e intestazione tutto in maiuscolo. Al limite c’era qualche tocco di blackletter. Il nome era “All the year round.”, con punto finale, come si usava all’epoca. C’era anche una dicitura “conducted by Charles Dickens”, in caratteri senza grazie. Si era nel lontano 1859. 

Inoltre si trovano delle raccolte con una copertina in stile liberty che è qualcosa di irraggiungibile: in una intricata decorazione floreale il titolo, il nome dell’autore e tutto il resto era scritto con caratteri ornati in molti stili diversi. Per trovare qualcosa di simile oggi bisognerebbe fare una lunga ricerca sul web.

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