La data alla Camera dei Deputati
Nei servizi dei telegiornali capita che venga inserita, a movimentare un po’ il montaggio, un’inquadratura dell’orologio della Camera, sotto cui vengono affissi dei cartelli con la data (giorno della settimana, numero e mese).
A me ha sempre colpito lo stile di quella scritta, ma sul web non solo non c’è nessuna discussione in proposito, ma è anche difficile trovare delle foto di questo dettaglio.
Non è detto che si tratti di un font, anzi: potrebbe perfino essere che i cartelli siano stati disegnati e decorati a mano. Apparentemente le aste sono colorate in marroncino con un contorno dorato. In una delle foto che ho trovato si vede qualche segno di usura, ma non è chiaro se è del cartello in sé o di qualche vetro che lo copre.
Le lettere più strane che ho visto sono la G e la O, che hanno la parte superiore rettilinea. Mi pare che era un dettaglio che andava di moda a cavallo tra fine Ottocento e primi del Novecento. Anche la A ha una cima piatta. La M ha le aste laterali divergenti, la R ha la gamba che curva all’insù, la E ha il baricentro alto. Le estremità delle aste più che graziate sono scampanate.
Alcuni numeri (2, 5) si arricciano a spirale. Il 7 ha un tratto obliquo sinuoso e tagliato da un trattino.
Ho passato la scritta gennaio a What The Font. Ovviamente una G e una O come quelle sono introvabili, però è venuta fuori una lunga lista di caratteri che se non altro condividono qualche parametro con quello della Camera.
Al primo posto c’è il Chalky Letters Heading, di DimitriAna, che ha le aste disegnate con le imperfezioni che simulano una scritta d’epoca. La A ha la vetta piatta, le estremità sono scampanate, c’è un’accenno di spirale nella parte superiore della G. La E però è a vita leggermente bassa.
Al secondo posto c’è il Singa Regular Serif, di Made Deduk. Qui abbiamo lettere strette e rettangolari (OG senza lati curvi). La E è a vita alta. La A ha i fianchi completamente paralleli.
Al terzo posto troviamo il Fokers Rough, di Letterhend, con alcuni tratti ondulati nella E e nella N.
L’Andarillo Regular, di Franklin Vega, ha una G con una curva all’insù. La vetta della A non è piatta ma spunta verso sinistra.
Il Montecatini Pro Stretto Semibold, di Louise Fili Ltd ha i tratti della N un po’ ondulati, e le lettere EAI sembrerebbero delle alternative compatibili. La G e la O però sono ricalcate sulla circonferenza, e quindi sono molto più larghe dell’originale.
Il Valley Regular, di Fontdation, è il primo della lista ad avere qualche irregolarità sulla O: una decorazione strana che aggiunge un lato piatto in alto (ma più stretta rispetto a quello della camera) e anche in basso. La G ha un’estremità arricciata a spirale ed è molto più scomposta di quello che sarebbe accettabile per la camera. La A è asimmetrica. La E è a vita alta.
Qualche posizione più in basso troviamo il Figuera Variable Condensed, di Adam Fathony, che mi pare una buona alternativa. G ed O non hanno lati piatti, ma sono ovali anziché circolari, in modo tale che hanno più o meno la stessa larghezza delle altre lettere.
La A, con cima piatta, ha una i fianchi meno divergenti rispetto all’originale, e un tratto centrale obliquo, come pure è obliqua la cravatta della E. Comunque l’aspetto è abbastanza composto e istituzionale.
Il Figuera è “ispirato ai caratteri serif in stile Vittoriano”, dice la didascalia su Myfonts.
Il font è stato caricato sul sito nel 2019. La famiglia comprende 15 stili.
Gli specimen sono colorati e iperdecorati, nulla a che vedere con i semplici cartelli della Camera. A parte il fatto che l’autore inserisce qualche decorazione dorata, che evidentemente all’epoca si usava.
Purtroppo non posso condividere la lista completa restituita da What The Font, ma, volendo, chiunque può ripetere l’esperimento.
Non che più giù ci sia qualcosa di più adatto. Al massimo il Quaint Gothic Sg Regular, di Spiece Graphics, che anche se non ha la A a cima piatta, ha una G con la gobba molto in alto e una E col trattino centrale rialzato. La O è più larga delle altre lettere.
Una R come quella che si vede alla Camera non si trova: spesso la gamba è rettilinea, accenna una doppia curva, o piega in maniera diversa.
Se andiamo a guardare i numeri, il Chalky Letters Heading ha le estremità di 2 e 5 che terminano a spirale arricciata. Il 7 ha un accenno di curva nel tratto obliquo, che però non è “spaccato”. A dire la verità, nessuno dei risultati restituiti dal sito ha il 7 col trattino di traverso, a parte un paio che però non sono di aspetto rétro.
Identifont non conosce il Figuera.
Conosce il Quaint Gothic, ma quasi tutti i risultati sono troppo scomposti per questo uso.
Tra le poche eccezioni si nota il Korinna, uno dei dieci più popolari font del sito. Disegno originale: 1904.
Nella lista è stato inserito anche l’Amarante, di Karolina Lach, che si scarica gratuitamente da Google. Che in effetti è molto più esuberante di quello in uso alla Camera (la A è composta praticamente solo da tratti curvi), ma evidentemente affonda le radici nella stessa epoca (C con gobba alta, E con baricentro rialzato, O irregolare).
Volendo fabbricarsi un calendario perpetuo simile (in carta o altri materiali) sicuramente un font del genere lo renderebbe più suggestivo.
Per quanto riguarda i numeri dell’orologio soprastante, sono disegnati all’incirca nello stesso stile (perfino l’8 ha la parte superiore piatta). Visti da vicino i tratti mi sembrano un po’ rozzi, ma senza dubbio da lontano tutto l’insieme fa la sua figura.
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