Programme e la R bizzarra
Il sito Genius.com fornice i testi di molte canzoni.
Nella pagina di ciascuna canzone, il titolo è scritto con delle lettere abbastanza insolite.
Si nota una n composta di tre lati rettilinei ortogonali, che sembra una specie di pi greco.
E, nei titoli in cui compare una R maiuscola, una lettera stranissima in cui la gamba obliqua parte dall’asta verticale molto in alto, impedendo al tratto curvo di proseguire nel suo percorso verso sinistra.
Solitamente il tratto obliquo si fa partire nel punto in cui gli altri due tratti si toccano, oppure molto più a destra, sulla pancia della lettera. In alcuni casi né il tratto obliquo né quello curvo toccano quello verticale.
Potrebbe sembrare una scelta completamente arbitraria, mentre in realtà c’è un esempio simile molto antico, in uno dei primi caratteri tipografici proto-romani della storia. Venne usato tra il 1467 e il 1474 a Strasburgo da Adolf Rusch. Di recente è stato digitalizzato col nome di Rusch Bizarre da Faudot e Ribas nell’ambito del loro progetto di font digitali gratuiti che riproducono quelli messi a punto agli albori della tipografia, nel passaggio tra gotico e romano.
Il nome Bizarre deriva appunto dalla forma della R, mai vista altrove.
In quel caso però si trattava di un carattere con grazie, e l’occhiello aveva una forma perfettamente circolare, che spuntava di molto al disopra dell’asse verticale (che in realtà pendeva verso destra).
Nel caso del font che si vede su Genius invece abbiamo un senza grazie dalle proporzioni abbastanza svizzere: nessun contrasto, parte superiore perfettamente allineata in orizzontale.
Analizzando la pagina con l’apposito strumento di Firefox viene fuori che il font si chiama Programme, ma la cosa strana è che nell’anteprima fornita dal software le forme di R e n sono normali.
Se osserviamo le opzioni impostate nei Css troviamo che sono state attivate varie font-feature-settings: ss07, ss08, ss11, ss12, ss14, ss15, ss16, ss18, ss19, ss20 e ss21.
Insomma la forma standard delle lettere è quella di un normale senza grazie, con soluzioni simili a quelle del Tahoma (ma con punto tondo). Però è possibile attivare separatamente le forme alternative attivando le opzioni corrispondenti.
Rispettivamente le opzioni attive sul sito riguardano m, n, u (le cui linee diventano tutte rettilinee ortogonali), G (dove viene solo leggermente allungato il tratto orizzontale), K (che diventa bizzarra), Q (che sposta la coda solo sul lato esterno), R, U (che diventa rettangolare) e il numero 1 (che pure forma un angolo retto).
La ss21 non è presente nel file, probabilmente è stata attivata per errore.
La ss20 invece è particolare, perché contiene tutte insieme le istruzioni per le sostituzioni di molti simboli diversi: il pi greco, la doppia s tedesca, &@, il punto interrogativo, i caratteri di copyright e marchio registrato e il simbolo degli integrali.
Mentre la chiocciola viene squadrata, la & assume un aspetto bizzarro e il punto interrogativo diventa una specie di Z.
Lo stesso font, con le stesse convenzioni, compare anche in alcuni dei video che si attivano in automatico navigando nel sito, con le presentazioni di alcuni cantanti sconosciuti.
Identifont non conosce questo font.
Le informazioni presenti nel file (incluso nella pagina in formato base64) dicono che il copyright è di Optimo, anno 2013. I designer sono Gavillet & Rust. L’indirizzo è quello di un sito web svizzero.
Sulla home page scorrono degli specimen dei principali progetti della fonderia, tra cui è presente anche il Programme, che viene mostrato sia nelle lettere latine che in quelle greche e cirilliche.
Nell’anteprima compare anche una delle lettere alternative che finora non abbiamo visto, la e, che si può attivare con la ss02, che Genius non ha toccato.
Per chi è interessato a tutte le versioni alternative e non solo a quelle di alcune lettere, è più semplice attivare la ss01 che contiene l’elenco completo.
La fonderia Optimo è basata a Ginevra, ma ha un lungo elenco di collaboratori, tra cui si nota anche un nome italiano, quello di Davide Tomatis, basato a Torino, anche se non si dice in che cosa è consistito il suo contributo (collabora con Archivio Tipografico, uno dei più grandi laboratori italiani di stampa tradizionale e raccolta di vecchi caratteri, macchine e strumenti).
Un altro nome che compare è quello di Ikern, il progetto di Igino Marini che automatizza la spaziatura e il kerning tra le lettere.
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