Volta

Ho smontato il citofono ed è venuta fuori una vecchia etichetta coi nomi dei proprietari, risalente a quarant’anni fa o forse più.

La prima cosa che ho notato è la presenza di linee tracciate a matita alla base delle lettere o sulla loro parte superiore.

Inoltre si nota che l’inchiostro si è ristretto col tempo lasciando crepe all’interno delle aste.

A quanto pare la scritta era stata composta usando i caratteri trasferibili che si usavano all’epoca.

Le cartolerie vendevano fogli di carta traslucida su cui comparivano vari esemplari di ciascuna lettera dell’alfabeto. Bisognava allineare uno di questi fogli in maniera tale che la lettera che si voleva trasferire si trovasse nella posizione giusta rispetto al foglio sottostante. Poi con una matita o una penna si sfregava al disopra della lettera. La pressione faceva in modo che l’inchiostro che si trovava nella parte posteriore del foglio aderisse alla carta sottostante.

La stessa procedura andava ripetuta per tutte le lettere e i segni tipografici del testo da comporre. Ogni esemplare delle lettere presenti sul foglio poteva essere usato una sola volta.

Le alternative erano: scrivere a mano, battere a macchina, usare un’etichettatrice, oppure rivolgersi ad una tipografia professionale.

Scrivere a macchina significava essere costretti a usare i caratteri di fabbrica, monospace e in dimensione fissa. Lo stesso avveniva se si usava un’etichettatrice. Invece comprare in cartoleria i fogli di caratteri trasferibili significava poter scegliere tra vari font dall’aspetto fantasioso e professionale, in varie dimensioni diverse.

Nel mio caso mi trovo davanti a una scelta abbastanza discutibile. Per le maiuscole è stato utilizzato un sans serif strettissimo, mentre le minuscole sono in serif italico largo.

Fotografo la scritta, ritaglio solo la lettera a, riempio le crepe col Fontforge e passo il risultato al FontMoose. Il risultato è netto e incontrovertibile: si tratta di Volta Medium Italic.

Il Volta risulta disegnato da Konrad F.Bauer eWalter Baum nel 1955. Oggi è pubblicato in digitale da Linotype, Urw e Elsner+Flake.

Una caratteristica dell’italico è che la a conserva la sua forma regular, anziché convertirsi in una a ad un solo livello come avviene nel caso di parecchi font in commercio.

La lettera è caratterizzata dall’avere una codina che termina all’insù in verticale.

Tra i caratteri simili, Identifont segnala qualche Bookman (che però ha le grazie disposte in maniera completamente diversa, molto puntate in avanti).

Incredibilmente, su eBottega trovo in vendita proprio i fogli di trasferibili Volta, anche se non è disponible una foto completa del prodotto.

La versione corsiva dovrebbe essere il Volta “J”, di cui trovo un esemplare su Ebay, con tanto di foto. Noto delle lettere che sulla mia etichetta non compaiono. La f, che ha un tratto discendente che termina in maniera rettilinea, e la g, che ha “il ciuffo all’insù”. Queste caratteristiche sono tipiche solo della versione Medium Italic.

Tutte le altre versioni digitalizzate sono quelle con asse verticale, in cui la f termina sulla linea di base e la g ha il ciuffo proiettato in avanti.

Purtroppo nessuna delle tre fonderie ha scritto due righe di presentazione di questo tipo di carattere.

Noto che sui fogli di lettere trasferibili la dimensione era indicata non in punti ma in millimetri.

Solo che non era specificato da dove bisognava misurarli.

Il numero di occorrenze della stessa lettera sul foglio variava a seconda della frequenza con cui appariva nei testi. 

Sul foglio che vediamo su eBay abbiamo, disposte in ordine alfabetico 11 e, 10 aio, 9 u, 6 bcdgrst, 5 flmnpvz, 4 hq, 2 jkxy e una sola w

La marca è R41, il prodotto era destinato al mercato italiano (si capisce dal fatto che è usata la parola serie per indicare il nome del font). Ovvio che sul mercato inglese doveva esserci un numero maggiore di lettere come w o y.

C’erano poi due coppie di parentesi, due punti interrogativi e due esclamativi, tre apostrofi e da un lato parecchi punti e virgole.

Su Ebay ci sono moltissimi altri fogli di trasferelli in vendita, alcuni parzialmente usati. 

Sfogliandole mi pare che le maiuscole della mia etichetta possano essere in Metropol.

Certo mettere una maiuscola Metropol come iniziale di un nome scritto in Volta Medium Italic è un’assurdità. Possibile che fogli di sole maiuscole e sole minuscole venissero venduti separatamente, e poi ognuno si regolava come riteneva più opportuno. 

Si trovano anche in vendita fogli di soli numeri. 

Per quanto riguarda le dimensioni, trovo che le minuscole sulla mia etichetta sono alte circa 4,5 millimetri e le maiuscole 7. In entrambi i casi siamo intorno ai 30 punti tipografici, approssimativamente.

 

Tanto per rendere l'idea, ho realizzato con OpenOffice una scritta simile a quella che ho trovato nel mio citofono. Le righe orizzontali erano tracciate a matita, perché ciascuna lettera andava posizionata a mano, attingendo a parti diverse del foglio coi caratteri. Lo spazio tra una lettera e l'altra doveva essere dosato a occhio. Nel mio caso, una delle linee guida era stata tracciata storta, ed è stata poi corretta. Al posto del Metropol qui ho usato lo Steelfish di Typodermic (si trova su Dafont, licenza 100% gratis), mentre al posto del Volta ci ho messo il Times New Roman Bold Italic. A differenza dell'originale, in questo font troviamo una a ad un solo livello e una f un po' troppo invadente. Per vedere come si comporta la f del Volta, si può dare un'occhiata alla versione di Elsner+Flake, che a differenza delle altre due digitalizzate non contiene legature.

 

Commenti

Post più popolari