Today Sans Serif

National Geographic pubblica una bella collezione di guide turistiche dedicate ad interi Paesi (Australia, Francia, Germania..), regioni (Sicilia, Scozia, Provenza...) o singole città (New York, Roma, Firenze...).

I titoli di ogni capitolo, almeno nell’edizione che mi è capitata tra le mani, risalente a una decina di anni fa, sono in colore grigio, e si distinguono perché l’asta di sinistra delle lettere mnpr piega verso sinistra nel suo tratto finale. La M ha i fianchi divergenti, la g è a doppio occhiello. La W ha solo 3 vertici in alto, con la prima V che va ad incontrare la seconda a mezza altezza, e lì si interrompe.

Compilo il questionario di Identifont, che mi porta al Today Sans Serif, di Volker Kuster, 1988, Scangraphic.

Un dettaglio caratteristico è il vertice dell’occhiello della e, a destra, che è smussato in obliquo.

La & ha una forma particolare, che non intreccia i tratti.

Il font non si trova su MyFonts, mentre sugli altri siti commerciali è distribuito con etichetta Elsner+Flake.

Nessuno ha fornito qualche spiegazione su questo carattere (c’è la solita didascalia “Alcuni font sono misteriosi...” eccetera, che Fonts.com aggiunge a qualunque font di cui manca la descrizione).

Ci sono quattro versioni: Sh, Sb, H, e B. Solo che non ho capito a cosa si riferiscono queste sigle e quali differenze ci sono.

I testi sulla guida turistica sono piccoli, ma scritti usando lo stesso carattere, solo in una versione più leggera. Per questo, anche con lente di ingrandimento, non si nota nessun dettaglio strano a destra della e, tranne quando è in grassetto.

Su forum e siti web si è parlato di National Geographic quattro anni fa, quando la società ha commissionato alla fonderia Klim un carattere (sans) da associare alla propria identità. Disegnato da Kris Sowersby e Noe Blanco, è stato chiamato Geograph, ed è tuttora in uso anche sul sito in lingua italiana, per titoli e menù (mentre per gli articoli si punta sui font di sistema in quest’ordine: Georgia, Times, Times New Roman, serif).