Vietato copiare la calligrafia dei musicisti

Quattro anni fa due designer avevano lanciato un progetto di cinque font ispirati alle calligrafie di cinque musicisti famosi: Kurt Cobain, John Lennon, David Bowie, Leonard Cohen e Serge Gainsbourg (quest’ultimo è un cantautore francese attivo negli anni Sessanta e Settanta).

La notizia era stata ripresa da parecchi siti web in vari Paesi, sia di design, sia musicali (Rockit, Virgin Radio), sia generalisti (il quotidiano britannico Independent).

In Italia era arrivata anche al sito di Sky Tg 24.

Ovviamente tutte queste testate si limitavano a riportare un comunicato stampa, senza minimamente approfondire la biografia degli autori, che venivano a malapena citati, senza neanche specificare la nazionalità.

Nelle intenzioni dei due designer, i font sarebbero dovuti essere di ispirazione ai giovani musicisti. Scrivendo i testi con gli stessi caratteri dei grandi compositori del passato, sarebbe stato possibile essere influenzati dal loro stato d’animo, e magari ottenere qualche risultato interessante nel lavoro creativo.

Peccato che oggi il sito risulta irraggiungibile. I font non si trovano né sulle piattaforme a pagamento, né su quelle gratuite, e nemmeno su quelle pirata.

Come mai? I siti di informazione non si sono accorti di niente. È stato uno dei disegnatori a raccontare sul suo sito il retroscena: “Dopo il successo inaspettato del progetto siamo stati contattati da coloro che detengono i diritti di proprietà intellettuale e abbiamo dovuto spegnere il nostro sito solo cinque giorni dopo il lancio...”

I dettagli comunque sono molto vaghi. I diritti intellettuali di cosa? Del nome dei cantanti? O della forma delle lettere? Se gli stessi font venissero messi in circolazione sotto un altro nome, sarebbero comunque illegali?

Sul web rimangono soltanto i vari specimen che erano stati realizzati per lanciare il progetto. 

L’altro designer di recente è tornato a sfiorare il mondo dei font: ha digitalizzato la scrittura di suo figlio di cinque anni, durante il lockdown. Due set di maiuscole tutte storte, che potrebbero anche essere usate in maniera divertente, in certi contesti. Il file si scarica a 15 dollari su Creative Market.

Apparentemente il bambino non ha ancora minacciato azioni legali.

 

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