Attenzione agli anacronismi: il fontgate e il Calibri

Quando si gira un film ambientato in un’epoca ben precisa, è importante prendersi cura anche dei dettagli tipografici. Disegnare una grande insegna in Gotham sulla facciata di un edificio in un film ambientato nel Rinascimento è un errore madornale. Tra gli addetti ai lavori qualcuno trova anche da ridire quando si vede un font in stile anni Venti in un film ambientato negli anni Venti. Già, perché magari si sa che quel font è stato disegnato dopo, e che in quel periodo non sarebbe stato usato in quel modo.

Comunque gran parte delle inesattezze non vengono minimamente notate dal pubblico. Nessuno ha dimestichezza con le prime pagine dei giornali degli anni Sessanta o degli anni Dieci del Novecento. Ai fini della trama contano soprattutto le parole, lo stile è secondario.

Diverso è il discorso quando si cerca di produrre un falso nel mondo reale. In quel caso il minimo dettaglio può far fallire il piano criminoso. A volte è finita sui giornali la notizia che i poliziotti hanno scoperto che alcuni documenti erano falsi proprio a causa del font usato, che non era quello giusto.

Uno dei casi più clamorosi però risale al 2017, e riguarda la figlia di un primo ministro pakistano.

Dai Panama Papers era emerso che la donna era titolare di una delle società implicate nello scandalo.

Per difendersi, la diretta interessata aveva presentato dei documenti che dimostravano che non era lei la beneficiaria.

I documenti erano datati 2006. Ed erano impaginati in Calibri.

Possibile? Il Calibri è uno dei font di default di Windows, è facilmente reperibile. Peccato che sia stato diffuso soltanto dall’anno dopo rispetto alla data scritta sul documento.

È scoppiata la bufera, con tanto di meme sul web, e hashtag #fontgate, oltre che perizie in tribunale e possibili conseguenze legali e politiche per avere fornito alla Corte documenti falsi.

A farne le spese fu la pagina di Wikipedia dedicata al Calibri, che venne bloccata dopo che era iniziata una battaglia tra chi voleva anticipare la data del disegno del font al 2004 e chi voleva ripristinare la data del 2007.

Solitamente ad essere bloccate sono le pagine dedicate a temi controversi.

All’epoca si è detto che il font era stato disegnato nel 2004, ma rilasciato soltanto nel 2007. Oggi la pagina dice che la data di creazione è tra il 2002 e il 2005, fermo restando che la data di diffusione resta quella del 2007.

Nel pieno dello scandalo, i giornalisti andarono dal disegnatore, l’olandese Luc De Groot, per chiedere la sua versione dei fatti.

Il font è stato progettato nel 2003 ed è stato inviato a Microsoft nel marzo 2004. Ma l’azienda non l’ha reso immediatamente disponibile. L’unico modo in cui qualcuno avrebbe potuto scrivere il documento presentato dalla figlia del primo ministro usando quel font nel 2006 sarebbe stato procurandosi illegalmente una versione beta del sistema operativo Windows che sarebbe uscito l’anno successivo. Possibilità abbastanza remota, secondo il disegnatore.

L’articolo pubblicato dal sito Nos è in lingua olandese, ma grazie a Google Translate si può capire cosa c’è scritto. De Groot era abbastanza divertito da quello che stava succedendo: un governo stava per cadere anche in relazione ad un font disegnato da lui. Non era la prima volta che veniva interpellato per autenticare dei documenti. Di solito però si trattava di piccole questioni relative a qualche eredità. Magari qualcuno gli inviava una copia di un testamento scannerizzata da qualche fotocopia di una fotocopia, e da lì lui doveva capire se era il suo font o no.

All’epoca, luglio 2017, De Groot era stato da poco in Israele per sistemare gli ultimi dettagli delle lettere ebraiche del Calibri.

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