Caslon Classico
Ieri ho trovato sul web il libretto delle istruzioni del crogiolo elettrico delle macchine Linotype degli anni Venti.
Il font usato per il titolo mi ha incuriosito. Aveva una C simmetrica come quella del Bodoni, ma non era affatto Bodoni: anzi, le grazie formavano spesso dei becchi che si spingevano in avanti (o indietro) in lettere come ETL.
Ho passato la descrizione delle lettere più caratteristiche al questionario di Identifont e il risultato più vicino era il Caslon Classico, attribuito a William Caslon e Frank Luin, 1725 e 1993, pubblicato da Omnibus Tipografi e disponibile online anche sul sito di Linotype.
Luin è nato in Italia, a Trieste, ma ha vissuto in Svezia dagli anni Sessanta. È morto nel 2005. Le note biografiche sul sito dicono che ha lavorato per il reparto pubblicità della Ericsson e che era appassionato di lingue, tra cui l’esperanto (a cui ha dedicato un font).
Col suo studio di design, attivo dal 1989, ha digitalizzato i più famosi caratteri della tipografia dei secoli passati, mettendoli sul mercato con la dicitura “classico”: troviamo Baskerville Classico, Bodoni Classico, Caslon Classico, Garamond Classico, Griffo Classico, Jenson Classico e... Kis classico.
Kis? Questo nome è abbastanza sconosciuto. Il sito fornisce due date: 1650 e 1702. E una biografia: ungherese nato in Transilvania, lavorò ad Amsterdam e produsse alcuni dei più grandi tipi in vecchio stile olandese che sono stati usati come modello per vari caratteri tipografici del ventesimo secolo. Provò a stampare la bibbia a modo suo, in Ungheria, e venne attaccato da tutte le parti. Morì sconfitto e in povertà a 52 anni. Sarebbe suo anche il disegno del Janson (non Jenson!).
Tra i font di Luin troviamo anche un Marco Polo del 1993. Le lettere hanno i contorni incerti delle stampe d’epoca, ma non si dice da dove arriva l’ispirazione. È un’alternativa al Caslon Antique, e ovviamente non ha nulla a che vedere con l’epoca in cui visse Marco Polo, quando la stampa a caratteri mobili non era stata ancora inventata, dice la didascalia. (Anche se i cinesi avevano sviluppato una forma di stampa rudimentale per conto loro, e una delle tante leggende che sono circolate nei secoli dice che la tipografia in Europa venne sviluppata sulla base di caratteri sfusi riportati da Marco Polo al termine del suo viaggio).
Ovvio che il Caslon Classico di Luin del 1993 non può essere stato utilizzato su un manuale del 1928, ma ne sono esistite varie interpretazioni nel corso del secolo.
Ce n’è una della Atf datata 1902, per esempio, mentre più di recente si segnala quella di Matthew Carter del 1994.
Benguiat ha lavorato ad un Caslon all’inizio degli anni Ottanta.
In tutti questi casi la C è a doppia
grazia. Solo che al giorno d’oggi difficilmente vedendo una lettera
del genere il pensiero va a Caslon, perché il più diffuso font con
questo nome, quello della Adobe, ha questa lettera concepita in
maniera completamente diversa, con grazia singola. Quello della Adobe è
uno dei dieci serif più popolari sul sito Identifont. Il disegno
risale al 1990, basato sui caratteri settecenteschi. Anche la Q è gestita in maniera completamente diversa.
Sul sito di Linotype un Caslon con C a doppia grazia viene venduto col nome di Caslon 540, ed è basato su quello della Atf del 1902.
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