Font lire

Nel 2015 lo Studio Di Lena ha caricato sul suo sito un font gratuito ispirato alle lettere che comparivano sulle ultime banconote italiane in lire, in circolazione dagli anni Ottanta all’introduzione dell’euro.

Solo lettere maiuscole, A a baricentro ribassato, apostrofo pensato appositamente per assecondare la curva della D nella dicitura “Banca d’Italia”.

E mentre le lettere sono fatte per sposarsi bene con una O perfettamente circolare (su cui sono ricalcate le forme di CGQ), i numeri sono molto stretti, lo 0 ha due lunghi tratti verticali.

Il file Otf è compresso in formato .rar. Chi non ha installato un programma per aprirlo può ricorrere a qualche sito web che esegue l’operazione gratuitamente. 

La forma della C mi faceva venire in mente il Josephine Sans, che si trova su Google, ma quest’ultimo ha una N molto larga e zigzagante (nel font di Di Lena il tratto obliquo non tocca l’asta verticale di destra all’estremità inferiore), G con tratto orizzontale centrale.

E poi la lettera A, che ha il baricentro normale anziché ribassato, resta appuntita anche nella versione Bold.

Il nome scelto da Di Lena per il suo font è “There’snothing money can’t buy” (“Non c’è niente che il denaro non possa comprare”), ma il file è stato nominato più ragionevolmente “Money.otf”.

Sul sito, oltre a trovare aggiornamenti sui progetti commerciali realizzati, si possono scaricare anche font gratuiti.

Gli ultimi risalgono a due anni fa: uno è basato sulle cifre che compaiono sui quadranti degli aerei militari americani, un altro su lettere e cifre delle carte da poker.

In precedenza era stato realizzato un font basato sulle scritte classicheggianti che compaiono sulla facciata del Palazzo della civiltà italiana dell’Eur, a Roma, progettato a partire dagli anni Trenta e completato negli anni Cinquanta.

E c’è anche una versione gratuita del Semplicità, disegnato da Butti e Novarese per la fonderia Nebiolo.

L’ultimo progetto commerciale invece risale al mese scorso: si chiama Tanagra, e riproduce un carattere tipografico che venne realizzato in metallo dalla Nebiolo nel 1924, scelto tra quelli che avevano partecipato ad un concorso indetto dall’azienda 14 anni prima.

Il font è stato digitalizzato a partire dalla dimensione corpo 16 (le altre avevano contrasti e proporzioni significativamente diversi). È stato in parte adattato all’uso moderno, ma le lettere originali sono disponibili come alternative stilistiche. Ci sono inoltre le varianti swash, e il corsivo. Può essere acquistato su My Fonts.

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