Il crogiolo della linotype. La cappa aspirante
Il crogiolo è il recipiente nel quale vengono fusi i metalli.
Ai tempi in cui la stampa si basava sui caratteri mobili in metallo, era fondamentale per ottenere la materia prima liquida che veniva poi versata negli stampi per ottenere le lettere in rilievo. Era presente nelle fonderie, ma non nelle tipografie che acquistavano i caratteri già pronti.
Sul finire dell’Ottocento però vennero inventate le linotype, macchine che servivano per comporre testi digitando su una tastiera. Queste macchine contenevano le matrici delle lettere, sulle quali veniva pompato con uno stantuffo del metallo fuso per ottenere l’intera riga di testo in un blocchetto unico. Venivano utilizzate nelle normali tipografie, o anche nelle nelle redazioni dei giornali, dove bisogna smistare le righe di testo in varie colonne rapidamente e senza correre il rischio di spargere lettere separate da tutte le parti.
Ognuna di queste macchine quindi aveva un suo crogiolo.
Come funzionava? Inizialmente era basato su un fornello a gas o a petrolio. Quindi ogni linotype doveva essere collegata a una tubatura del gas o ad una bombola, insomma, ad una riserva di combustibile.
A un certo punto, per comodità, vennero inventati anche sistemi che producevano calore tramite l’elettricità, visto che potevano funzionare semplicemente avendo a disposizione una normale presa elettrica.
Sul web si trova il manuale di istruzione di uno di questi dispositivi. È datato 1923.
Nei forum qualcuno, avendo la possibilità di comprare una linotype con crogiolo a gas, ha chiesto se è possibile riadattarla in maniera tale da farla funzionare con la corrente elettrica. Certo, avendo a disposizione i pezzi opportuni. Che sono altrettanto difficili da trovare rispetto alle linotype intere, visto che stiamo parlando di qualcosa che non si produce più da mezzo secolo.
Tra i commenti di un blog in italiano ho trovato anche qualche informazione su quelle canne fumarie che si vedono sopra le linotype in alcune foto d’epoca. Si trattava di cappe aspiranti che servivano per cercare di eliminare il fumo derivante dal fatto che si riutilizzavano nel crogiolo le righe che erano già stata usate nelle fasi di stampa. L’inchiostro e il petrolio di cui erano sporche bruciava e fumava. Il sistema aspirante fu un tentativo di trovare un rimedio, ma non era molto efficace. Si passò poi agli “alimentatori automatici a galleggiante: in pratica il metallo usato veniva fuso e trasformato in lingotti in appositi locali prima di essere riusato pulito nelle linotype”, dicono.
I vapori della fusione del piombo non erano un problema, a quanto si racconta: è vero che il metallo è tossico, ma il vapore è pesante tende a scendere verso il pavimento, creando pochi problemi ai polmoni.
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