L’italico del Coelacanth

Nel 2014 un certo Ben Whitmore ha rilasciato il Coelacanth, un font gratuito derivato dal Centaur di Bruce Rogers.

Il carattere è disponibile in pesi diversi e per diverse grandezze.

Su Altervista l’autore ha spiegato qualche dettaglio del progetto, mettendo in download tutti i file, anche quelli realizzati in FontForge.

Dopodiché ha iniziato a lavorare al corsivo, e non soddisfatto delle forme dell’Arrighi, che a suo dire non sono troppo adatte, ha prodotto qualcosa di diverso.

Ha ridisegnato a mano le lettere minuscole disegnate da Griffo, poi ha creato in automatico l’italico a partire dalla versione romana del Coelacant, poi si è dato da fare con le interpolazioni, con una serie di stratagemmi che spiega nel dettaglio sul suo blog.

Il risultato finale si può scaricare da Font Library, con licenza Ofl. 

In teoria ci sarebbe supporto per molte altre forme di scrittura oltre a quella latina, tra cui greco, ebraico e cirilico, ma apparentemente il lavoro è stato lasciato a metà. Nello stesso file convivono spesso lettere di pesi diversi, e alcune lettere mancano del tutto. Così, anche volendo chiudere un occhio (o correggere) le distanze tra una lettera e l’altra, il font è inutilizzabile in alcune lingue straniere.

Lo stesso autore non ha mai caricato altri progetti sul sito, né altrove.

Il suo blog è stato in seguito aggiornato molto sporadicamente, l’ultima volta ad agosto scorso, ma non per parlare di font: in quel caso stava pensando a ridisegnare le carte dei tarocchi secondo il suo gusto.

FontLibrary sembra essere caduto in abbandono: gli ultimi aggiornamenti del sito risalgono a oltre 548 giorni fa, ossia a novembre del 2020.

Commenti

Post più popolari