Specimen delle lettere di Fell
Il nome di Fell è conosciuto al giorno d’oggi soprattutto per via dei caratteri IM Fell digitalizzati da Igino Marini e scaricabili gratuitamente su Google Fonts.
Sul web è possibile vedere anche la scannerizzazione delle pagine di un libro intitolato “A specimen of the several sorts of letter given to the university by dr. John Fell, sometime lord bishop of Oxford”.
La data è 1695. All’interno, per ogni font si trova l’intero alfabeto in ordine (o, nelle dimensioni più grandi, solo le prime lettere) e il Padre Nostro in latino (solo le prime parole nei font più grandi).
Le pagine non sono numerate e sono stampate soltanto su una facciata (quella che per noi sarebbe dispari).
Ogni tipo di carattere è contrassegnato soltanto dal nome che ne indica la dimensione (Great Primer, English, Pica...). Per rendersi conto delle proporzioni, accanto alle pagine è stato fotografato anche un righello millimetrato.
Oltre alle lettere latine, ci sono anche quelle di numerosi altri alfabeti: ebraico, siriaco, samaritano, arabo (e derivati), sassone, etiopico...
Alcuni font vennero procurati aggiunti da un altro personaggio che si chiamava F. Junius. Di uno di questi, il Sassone, circola una versione digitale semi-clandestina sul web.
Inoltre, nel volume ci sono anche le note musicali, oltre a varie decorazioni e simboli particolari (lo zodiaco).
Le lettere latine si trovano sia in versione normale, che viene chiamata romana, sia in versione gotica, che viene chiamata inglese. Così esiste anche un font che si chiama English English, dove la prima parola indica che è in stile gotico e la seconda si riferisce alla dimensione (circa 14 punti, poco meno di cinque millimetri).
Il volume si conclude con l’inventario di punzoni, matrici, strumenti per la stampa di cui l’università era in possesso.
A John Fell viene dedicata una lunga biografia su Wikipedia in inglese. L’attività che ha qualche relazione con la tipografia però viene riassunta in poche righe, quelle che riguardano la Oxford Univerity Press. Alla quale il vescovo teneva particolarmente, tanto da far arrivare caratteri e stampatori dall’Olanda, un Paese che all’epoca era all’avanguardia in questo campo.
Vari dettagli in più si possono leggere nella scheda dei font digitali caricati da Marini su Google Fonts o soprattutto sul sito ufficiale del progetto (sempre in inglese).
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