Cangjie

Cangjie è l’inventore dei caratteri cinesi.

Si tratta di una personaggio leggendario che sarebbe vissuto all’epoca dell’imperatore Giallo di cui sarebbe stato lo storico ufficiale, intorno al 2600 avanti Cristo.

Narra la leggenda che l’imperatore gli aveva dato l’incarico di ideare un sistema di scrittura per superare il sistema delle corde annodate. Per un po’ di tempo Cangjie era rimasto indeciso su come procedere. Poi aveva visto un’impronta di un uccello in riva al fiume, e aveva chiesto ad un pescatore di dire a quale uccello appartenesse. Il pescatore aveva riconosciuto la specie senza ombra di dubbio. Così Cangjie si era reso conto che per indicare un qualsiasi oggetto o animale non bisogna disegnarlo per intero, ma rappresentarne in maniera schematica solo un segno caratteristico. Da allora iniziò a guardarsi intorno cercando in ogni cosa un segno che la rendesse immediatamente riconoscibile per derivarne il rispettivo ideogramma.

Quando inventò i caratteri “il cielo fece piovere miglio e gli spiriti maligni piansero tutta la notte”, dice uno dei resoconti.

Cangjie viene ricordato il 20 aprile di ogni anno, giornata dedicata ai caratteri cinesi.

Esistono sul web tantissimi ritratti di questo personaggio, e anche foto di statue che gli sono state dedicate. Quasi tutti sono caratterizzati da un particolare abbastanza inquietante: il personaggio viene raffigurato con due coppie di occhi, una sull’altra. L’esperienza di guardare il ritratto è abbastanza sconcertante, perché dà la sensazione di non riuscire a mettere a fuoco l’immagine, di “vederci doppio” come si suol dire.

Il nome di Cangjie è stato usato anche per indicare un metodo di input dei caratteri cinesi in informatica. Visto che gli ideogrammi sono migliaia, in teoria servirebbe una tastiera con migliaia di tasti per poterli immettere in un computer. In realtà ogni carattere è composto dalla somma di una serie di forme base, modificate di volta in volta, ciascuna delle quali può essere associata ad un tasto di una normale tastiera con le lettere latine. Quindi basta digitare una serie di anche quattro o cinque tasti per arrivare a costruire il carattere che poi si immette all’interno del testo.

Un bassorilievo che raffigura Cangjie si trova nella Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti a Washington, con il nome trascritto Ts’ang Chieh.

Il nome di questo personaggio è stato dato ad una roccia su Marte nell’ambito di una missione della Nasa. Un dettaglio abbastanza insignificante, tenuto conto che non se ne trovano fotografie.

Un altro personaggio cinese in cui ci siamo imbattuti in questo blog è Bi Sheng, l’inventore della stampa a caratteri mobili.

Bi Sheng visse intorno all’anno Mille. A differenza di Gutenberg non usava il metallo ma la porcellana per fabbricava caratteri, che poi fissava con la resina. Inoltre non conosceva la pressa.

Anche il suo nome ha lasciato una traccia nello spazio: gli è stato dedicato un cratere di 50 km sulla faccia nascosta della luna.

Nulla di particolarmente importante, visto che da quelle parti non passa mai nessuno, ma almeno su Wikipedia c’è una sua foto.

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