Cliché e stereotipi
Wikipedia in italiano dedica solo sette righe alla definizione di cliché, con la dicitura che si tratta solo di un abbozzo.
L’articolo suggerisce come sinonimo la parola stereotipo, e in effetti è collegato alla corrispondente voce inglese stereotype. In realtà non sempre i due significati coincidono, e su Wikipedia in italiano esiste un’apposita voce dedicata alla stereotipia, dettagliatissima ma collegata solo a una manciata di edizioni straniere, tra cui manca quella inglese.
La definizione di cliché che viene fornita da Wikipedia è “lastra di zinco recante una figura in rilievo e a rovescio utilizzata come matrice per la riproduzione tipografica di disegni e immagini”.
Insomma, qualcosa di completamente diverso rispetto alla stereotipia, che consiste nel creare “lastre intere da una forma di caratteri composta o da un qualunque oggetto atto a impressionare un foglio”.
La parola cliché “oggi si usa, abbastanza impropriamente, anche per le lastre di fotopolimero che si usano nella stampa flessografica e che sono inchiostrate mediante il contatto diretto con un rullo denominato anilox”.
All’anilox non è dedicata nessuna voce su Wikipedia in italiano, ma ce n’è una molto dettagliata in inglese.
La pagina di Wikipedia dedicata alla stereotipia si apre con la foto delle “lastre curve della stereotipia per la stampa in macchina rotativa”, una tecnica di cui oggi si è quasi dimenticata l’esistenza. Solo più in basso si trova la foto dell’ “estrazione di un flano asciutto dalla forma di caratteri nel 1953”, laddove il flano è un “cartone morbido e resistente al calore sul quale viene impresso il rilievo della matrice tipografica per ottenere una matrice negativa da usare poi coe forma per fondere le lastre stereotipiche”. In inglese viene chiamato flong.
Insomma, con la tecnica della stampa in rilievo, i testi venivano composti con i caratteri mobili mentre le immagini venivano inserite sotto forma di cliché. La forma così composta poteva essere inchiostrata e stampata, oppure poteva essere impressa su un flano per ottenere ad esempio una lastra metallica curva da inserire all’interno di una rotativa.
Su Wikipedia in inglese, cercando la parola cliché nel suo significato originario, si viene reindirizzati verso la stereotipia.
In effetti oggi nell’uso comune sia cliché che stereotipo si riferiscono a tutt’altro. Il cliché è uno “schema di ragionamento o di un discorso (e anche di un comportamento) che si ripete abitualmente; espresione banale e priva di originalità”, mentre lo stereotipo, in psicologia, è “qualsiasi opinione rigidamente precostituita e generalizzata, cioè non acquisita sulla base di un’esperienza diretta e che prescinde dalla valutazione dei singoli casi, su persone o gruppi sociali”. In linguistica: “luogo comune, frase fatta”.
Al cliché con questo significato è dedicata una pagina in inglese relativamente lunga su Wikipedia, senza una versione corrispondente in lingua italiana.
La tecnica della stereotipia serviva ad esempio per trasporre su una superficie curva un testo che era stato composto in piano, per poterlo stampare usando una rotativa. Inoltre permetteva di conservare in archivio le pagine già composte, rendendo nuovamente utilizzabili i caratteri mobili che erano stati usati per comporle, ed evitando di dover impaginare il lavoro da capo. Wikipedia in inglese in particolare racconta un episodio relativo al famoso romanzo La Lettera Scarlatta, del 1850. Stampato in 2.500 copie, ottenne un successo tale che due mesi dopo fu necessario comporlo da capo per stamparne altre 2.500 copie. Dopo neanche quattro mesi, fu necessaria una nuova ristampa. Solo allora l’editore si decise a stereotiparlo, per evitare di dover ripetere il lavoro da capo nelle eventuali edizioni successive.
Cercando cliché sui siti di shopping non viene fuori nulla di relativo alla stereotipa, ma vengono fuori oggetti interessanti, come un ritratto ottocentesco di un papa non identificato, oppure quello di un politico spagnolo.
Oltre ai cliché derivati da fotografie, ce ne sono di più antichi con decorazioni presumbilmente incise a mano, che costano molto di più, e credo siano utilizzabili in legatoria.
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