Keltichi
In Irlanda lo stile celtico dell’alfabeto latino è ancora molto popolare. Viene usato di frequente, per esempio per le insegne di negozi e pub caratteristici, e spopola intorno al 17 marzo, giorno di San Patrizio e festa nazionale.
Cercando su My Fonts tra i font taggati “celtic”, il primo risultato è viene fuori è il Keltichi, di Dima Pole. L’ispirazione è tratta dal Book of Kells, un manoscritto che è uno dei tesori del patrimonio irlandese, oggi esposto al Trinity College di Dublino.
Le lettere hanno forme armoniose e un aspetto molto calligrafico: a volte si uniscono tra di loro, come avveniva nel manoscritto originale.
Il font contiene numerose OpenType features, ossia impostazioni che permettono di sostituire automaticamente legature opzionali a particolari coppie di lettere. Ad esempio, come si può vedere dagli specimen, quando si scrive tutto in maiuscolo la C tende ad inglobare la lettera successiva.
Alcune lettere hanno delle forme che sono ormai desuete. La d non ha il tratto ascendente, ma un’estremità superiore schiacciata che punta verso sinistra (non è un minuscolo vero e proprio ma un onciale). La f minuscola è una lettera che ha solo un tratto discendente. La g non ha l’occhiello superiore, ma è composta da un tratto orizzontale in alto da cui parte un tratto serpeggiante. La i è senza puntino, come si usava prima del medioevo (il libro di Kells risale al nono secolo). La R ha ancora la forma della maiuscola. La t è composta da un tratto verticale da cui parte un tratto curvo. La x e la z sono molto svolazzanti: probabilmente sono un’invenzione del disegnatore, visto che non erano usate nei manoscritti latini. Idem per quanto riguarda la y, che qui ha una forma che ci ricorda la f.
Identifont conosce il nome del font ma non può mostrarne l’anteprima. Lo linka a FontSpring ma non a My Fonts.
Quando la maiuscola è usata davanti a una minuscola, ha la stessa forma della corrispondente minuscola, e si comporta normalmente. Quando invece si trova davanti ad un’altra maiuscola, si comporta in maniera strana. Ad esempio la ingloba. Come la C, anche la D si comporta in questo modo. Davanti ad alcune vocali conserva la stessa forma, ma davanti alla A diventa quadrata.
Altre lettere, che non possono inglobare la vocale successiva, come la B, possono cambiare forma. Davanti alla E, la B conserva la forma base (la stessa della minuscola), mentre davanti alla A assume la forma di una maiuscola, mentre la A non è più quella a un solo piano ma quella a due piani.
Questo perché nel manoscritto originale si usavano stili diversi tra testo e intestazioni, e questo stratagemma permette di realizzare documenti nello stesso modo senza bisogno di cambiare font.
Parecchi disegnatori si sono ispirati alle lettere che si vedono nel libro di Kells. Un font gratuito al 100% si può scaricare su Dafont, si chiama Kells Sd, autore Steve Deffeyes. La forma delle lettere è molto più rigida rispetto a quella del Keltichi, c’è parecchio spazio tra una lettera e l’altra, mancano varianti, maiuscole e features OpenType. La y ha una forma normale, la z non è svolazzante.
Il disegnatore del Kelichi, Dima Pole, è linguista, storico, etnologo. È specializzato in lingue e scritture slave, ma si interessa anche di celti, scandinavi, etruschi.
Su MyFonts ci sono 15 famiglie di caratteri intestate a nome suo. Alcune hanno un aspetto moderno e creativo, altre si ispirano ai secoli passati. Tra questi il Tartaria, che riproduce forme usate tra diciassettesimo e diciannovesimo secolo; il Getman, che è un gotico leggero; e l’Etruria, che come dice il nome imita la scrittura etrusca.
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