Ropest

Qualche tempo fa ho visto un’insegna realizzata con frammenti di corda disposti a formare le lettere dell’alfabeto. Veri frammenti di corda.

Sul web comunque esistono dei font realizzati sulla base dello stesso concetto. Il più accessibile forse è il Ropest, di Mans Greback, che si può scaricare su Dafont ma solo per uso personale (la versione commerciale si acquista su My Fonts).

È disponibile in due versioni: quella normale, in cui le aste sono decorate come se fossero di corda, e un’altra in cui l’interno delle aste è completamente riempito.

Questa seconda versione potrebbe anche essere utilizzata da sola, anche se significa poco, ma in realtà è stata pensata per essere usata in combinazione con la prima. Ogni font può essere impostato in un solo colore. Per questo l’effetto corda è ottenuto giocando col colore di primo piano e con la trasparenza. Nessun problema quando si scrive su fondo bianco, ma ci sarebbe qualche problema dovendo aggiungere una scritta al disopra di un’immagine. Il trucco quindi è quello di sovrapporre due livelli con la stessa parola, una volta in Ropest Black in un colore, un’altra volta in Ropest normale nell’altro colore. Si può vedere l’effetto finale nello specimen disponibile sul sito, dove al disopra di un paesaggio marino (che richiama i tempi in cui le corde erano fondamentali per navigare a vela) è stata sovrapposta una scritta in nero e marroncino combinando insieme entrambe le versioni del Ropest.

In passato avevo notato altri font dello stesso autore, tra cui il Wholecar, che ricostruisce un graffito sulla fiancata dei vagoni della metropolitana, e il Vacer Serif, non particolarmente attraente ma uno dei pochi font a sviluppare l’idea di una a ad un solo piano con grazie slab sia sopra che sotto. Questa soluzione oggi è completamente in disuso, ma verso la metà del secolo scorso veniva usata anche per i titoli di prima pagina dei principali quotidiani.

Tra i font commerciali su My Fonts troviamo il Rodeo Rope e il Rodeo Rope Superchunk, entrambi di Baseline Fonts. Il primo riproduce una calligrafia a lettere unite, il secondo a lettere separate. 

Il primo include anche una versione Headline tutta maiuscola, e una manciata di decorazioni con corde ripiegate. Anche il secondo include un dingbat simile.

Vari progetti sono taggati rope, tra cui il Salty Dog di Pelavin Fonts. Anche questo include lo stratagemma di dividersi in due versioni, Solid e Outline, per poter disegnare le corde usando due colori.

Su Font Space c’è l’Alpharope di Beeline che prova a sviluppare lo stesso effetto, con esiti un più deludenti.

Lo spazio tra le lettere è un po’ incostante, e le presunte corde sono tagliate quasi come i salami di Jacovitti.

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