Joseph Gillé
In qualche storia degli incisori di caratteri tipografici viene fatto il nome del francese Joseph Gillé. Sul quale circolano poche notizie frammentarie. Il punto di riferimento di partenza ovviamente è il sito di Luc Devroye, che gli dedica parecchie righe.
Di lui viene fornita soltanto la data di morte (1789) e si dice che il suo successore fu Joseph Gaspard Gillé figlio. Il quale fu uno dei promotori dei nuovi stili di caratteri ornamentali.
Nel 1827 lo scrittore Honoré de Balzac comprò la fonderia.
Il sito fornisce qualche nome di caratteri digitali ispirati a quelli di Gillé.
Il nome di questo incisore compare anche in una storia della fonderia Deberny pubblicata dal sito del Rochester Institute of Technology.
Il quadro però è un po’ confuso. Le radici della fonderia vengono fatte risalire a tre uomini che evidentemente fanno parte di generazioni diverse. C’è Gillé, morto nel 1789, c’è un certo Duplat, morto nel 1823 e c’è un tale Francois Laurent di cui vengono fornite due date: 1818-1823. Che sia morto all’età di cinque anni dopo essere diventato un punto di riferimento nel mondo tipografico è abbastanza improbabile, tanto più che nel 1827 iniziò a dirigere l’azienda, vendendo la sua quota nel 1840.
Forse il problema è semplicemente che la data di morte di Duplat è stata attribuita anche a Laurent. Devroye non ci è di nessun aiuto, non fornendoci date di nascita e di morte di quest’ultimo personaggio, di cui comunque non fornisce nessuno specimen.
Solo un paio di font digitali presenti nell’archivio di Identifont vengono attribuiti a Gillé. E solo uno di questi mostra un’anteprima: il Madame Letters, datato 1820.
“Ogni lettera deve essere digitata come una sequenza di tasti a causa della complessità di questo font”, dice la didascalia del sito.
In realtà sul sito di Linotype basta digitare le lettere normalmente per ottenere la visualizzazione corretta nell’anteprima.
La pagina di Wikipedia in inglese dedicata alla Deberny & Peignot è composta soltanto di poche righe.
Più dettagliata è quella dedicata alla Peignot et Fils, che comunque non nomina mai Gillé.
Le date sbagliate che riguardano Laurent sono riportate anche in un libro di autori vari intitolato “Adrian Frutiger Typefaces. The complete Works”, a giudicare da quello che si vede gratuitamente in Google Books.
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