Linotype in azione
La tecnologia della Linotype è
superata. Eppure la macchina continua ad avere un certo fascino per un pubblico moderno. Anzi, proprio il fatto che non ci sia nessun dispositivo elettronico o intelligenza artificiale all’interno rende sorprendente il fatto che riesca a compiere una sequenza di operazioni complesse.
La macchina era in uso tra Ottocento e Novecento e serviva per comporre i testi da impaginare sui giornali. Aveva una strana tastiera con tasti per le minuscole separati dai tasti per le maiuscole. In alto c’erano dei magazzini pieni di matrici per ciascuna lettera. Le matrici, alla pressione dei tasti corrispondenti, scendevano a formare le parole. Dopo vari spostamenti, una colata di piombo fuso si trasformava in una barretta metallica col testo della riga in rilievo, mentre le matrici venivano riportate in alto e smistate in automatico ai loro rispettivi scompartimenti. Il testo così composto doveva poi essere montato in una macchina da stampa con inchiostro e carta per ottenere il risultato finale. Le righe di testo in metallo venivano poi pulite a parte e fuse di nuovo, per impaginare gli articoli del giorno successivo.
In un video del 2011 si vede un vecchio operatore che esegue scritte personalizzate per i visitatori di una fiera degli stampatori vicino Los Angeles, al museo della stampa di Carson, in California.
Un video più recente, con montaggio e didascalie bilingui francese/inglese, mostra nel dettaglio le varie fasi del funzionamento della macchina.
La barra spaziatrice non era sul lato basso della tastiera, come nei computer, ma parallela al bordo sinistro. Il carattere spazio non corrispondeva ad una matrice come quella delle altre lettere, ma a un pezzo speciale formato da due cunei in grado di scorrere uno sull’altro. In questo modo, dopo avere composto la riga, veniva applicata una pressione che allargava gradualmente gli spazi finché la larghezza totale non fosse quella impostata all’inizio. Si otteneva così un testo giustificato, in cui tutte le righe hanno la stessa larghezza e si evitava l’effetto frastagliato sul lato destro della pagina che invece è inevitabile nella scrittura a mano o con la macchina da scrivere.
Per chi parla tedesco, c’è anche un altro video in cui viene presentata la linotype a partire dalla tecnica precedente di composizione, quella che venne usata per alcuni secoli, dall’invenzione della tipografia nel Quattrocento fino all’Ottocento: il compositore doveva prendere ciascun carattere a mano (attingendo ad un cassa che nel video non viene inquadrata) e posizionarlo nel verso giusto accanto agli altri in un compositoio che doveva tenere con l’altra mano.
La linotype, avendo una tastiera, velocizzava di molto le operazioni di composizione. Inoltre, con le vecchie tecniche il tipografo doveva anche riposizionare nei loro scompartimenti tutte le lettere dopo aver finito il lavoro, mentre la linotype eseguiva quest’operazione in automatico appena finito di produrre ciascuna riga in metallo. Infine, un testo prodotto con la linotype era molto più maneggevole: cercando di suddividere in colonne un testo composto di caratteri mobili, c’è il rischio che sfuggano e finiscano sparpagliati tutti sul tavolo di composizione. Con la linotype ogni riga costituiva un blocco unico, e poteva essere spostata facilmente da una parte all’altra della pagina.
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