Numeri maiuscoletti
Esistono due stili diversi per disegnare i numeri: o si realizzano tutte le cifre della stessa altezza, come avviene con le lettere maiuscole, oppure si realizzano alcune cifre con tratti ascendenti e altre con tratti discendenti, come avviene con le minuscole.
Per analogia, si potrebbe parlare di numeri maiuscoli e numeri minuscoli, ma Wikipedia sceglie di parlare, nel secondo caso, di numeri maiuscoletti o elzeviriani.
Normalmente le cifre 0,1,2 non hanno tratti ascendenti o discendenti, 6 e 8 hanno tratti ascendenti, 3,4,5,7,9 hanno tratti discendenti. Sono possibili combinazioni diverrse. Gli incisori Didot nel diciottesimo secolo disegnavano il 3 con tratto ascendente, per evitare confusioni con la forma corsiva della z, che invece aveva un tratto discendente arricciato.
In linea di massima la forma dei numeri maiuscoletti è simile a quella dei numeri maiuscoli, ad eccezione dell’1 che può essere disegnato come se fosse una I molto corta.
Si tende ad utilizzare i numeri di questo tipo all’interno dei testi, perché interferiscono di meno con l’aspetto complessivo della pagina. Normalmente le cifre maiuscole sono più grandi rispetto all’altezza della x minuscola, e quindi c’è il rischio che l’occhio si fermi sui numeri, disturbando la lettura.
Comunque, in gran parte dei font digitali la scelta che viene fatta di default è quella di visualizzare i numeri maiuscoli. Che sono i più adatti quando si tratta di realizzare grafici e tabelle, o comparire in maniera isolata, ad esempio nelle date. Comunque, nel normale uso giornalistico, l’uso di numeri maiuscoli in un testo di lettere minuscole non crea nessun problema particolare. Anzi, in un resoconto della giornata in borsa, ad esempio, mette in risalto i dati del giorno, che poi sono la cosa più importante.
Il fatto che la scelta di default sia quella di visualizzare numeri maiuscoli non esclude che nel font possano essere inseriti anche i numeri elzeviriani. Visto che sono un’alternativa ai numeri maiuscoli non hanno una posizione definita nella codifica Unicode. Adobe sceglie di assegnare a ciascuno una posizione nella Private Use Area in tutti i font che produce, per evitare confusioni (tra u+f643 e u+f64c).
In linea teorica possono essere inseriti manualmente pescandoli uno a uno tra i caratteri speciali, ma le caratteristiche OpenType permettono di passare da un set all’altro senza bisogno di intervenire sul testo.
Ad esempio, impostando i Css di una pagina web col valore onum, tutti i numeri maiuscoli nei testi delle varie pagine web vengono sostituiti con la versione elzeviriana, sempre che il font in uso sia stato predisposto per questa possibilità.
La o di onum sta a indicare le cifre oldstyle. Le altre possibilità sono tnum (tabular) e lnum (lining), che controllano anche la larghezza delle cifre (tutte uguali, per essere incolonnate, o di larghezze diverse, per dare ai numeri composti un aspetto più compatto).
La pagina di Wikipedia in inglese dedicata ai numeri maiuscoletti è intitolata text figures, ma contiene anche una lunga lista di sinonimi: non-lining, lowercase, old style, ranging, hanging, medieval, billing o antique figures o numerals.
Il termine medievale viene considerato
un po’ fuori luogo. A parte il fatto che fino al dodicesimo secolo
si usavano i numeri romani, nel medioevo la forma di ciascuna cifra era anche notevolmente diversa rispetto a quella attuale.
Su Wikipedia in inglese viene mostrata anche una comparazione tra vari set di numeri maiuscoletti, alcune dei quali con la versione obsoleta del 3 con tratto ascendente.
Nell’Adobe Caslon i numeri maiuscoli sono alti poco meno delle lettere maiuscole o dei tratti ascendenti delle minuscole: circa 670 unità su oltre 700.
I numeri oldstyle invece hanno la parte centrale che ha la stessa altezza della x minuscola (circa 400 unità). Il tratto ascendente del 6 si spinge fino a oltre 660 unità. Il tratto discendente del 7 si spinge fino a 268 unità sotto la linea di base, quasi quanto quello della p. Il 4 invece si ferma a -191.
Wikipedia mostra un uso recente dei numeri oldstyle, sulla moneta da un centesimo coniata negli Usa nella seconda metà degli anni Novanta. Quella della foto è datata 1996. Il 9 è discendente, il 6 è ascendente. In entrambe queste cifre l’occhiello viene lasciato aperto, e anche parecchio.
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