Allura

Nuova gestione per la pasticceria vicino casa, nuovo logo con caratteri calligrafici.

Il brutto dei calligrafici è che i siti di riconoscimento automatico dei font non sono in grado di separare le lettere una dall’altra. Bisognerebbe usare un software apposito.

In mancanza provo a usare i vecchi sistemi, Identifont, ma non approdo a niente. Eppure la a ha una fessura in alto a destra che è abbastanza insolita. Dovrebbe far parte della lista. Invece nessuno dei 63 font con questa caratteristica corrisponde alla descrizione.

Si potrebbe procedere con un sistema ancora più vecchio: andare su MyFonts e scorrere centinaia di calligrafici. Però mi arriva un’intuizione. La forma delle lettere ha qualcosa di familiare. Vuoi vedere che hanno attinto da Google Fonts?

Gli Handwritten sono solo 221. Imposto l’anteprima solo sulla lettera A che ha un tratto orizzontale caratteristico che spunta sulla sinistra curvando in basso. E dopo una trentina di font sono già arrivato. La risposta è Allura, di Robert Leuschke.

Un font dalle forme “semplici, pulite, molto leggibili”, dice la didascalia.

Nei calligrafici è interessante notare come il disegnatore provi a risolvere di volta in volta i problemi di giuntura tra le varie lettere. A differenza di scritture come l’arabo, dove le lettere si uniscono sempre alla stessa altezza, il corsivo calligrafico dell’alfabeto latino è pieno di trappole. La a ha il tratto che la congiunge con la lettera successiva in basso, mentre la o ce l’ha in alto. Come fare per fare in modo che entrambe le lettere si congiungano con naturalezza alla l, alla m o alla e?

Nel caso della pasticceria in questione noto che c’è un gap: la p e la e dell’Allura sono due lettere che non si congiungono.

E per quanto riguarda la o, termina a destra con un trattino orizzontale che neanche ci prova ad assumere la stessa angolazione dell’inizio dell’occhiello della l, a differenza di quanto avviene nella scrittura a mano.

Leuschke ha caricato ben 87 famiglie di font sul sito, di cui 75 nella categoria Handwriting.

Tra gli altri hanno apparentemente un certo successo quelli della superfamiglia Alumni, alcuni dei quali adatti solo ad usi display (Inline, Collegiate). Della lista fa parte anche l’assurdo Moo Lah Lah, con lettere pezzate come le mucche frisone, mentre il povero Gideon Roman, serif, è confinato all’ultimo posto.

L’Allura è terzo tra gli handwriting di questo autore. Il più trendy al momento è l’Inspiration, molto disordinato, seguito dal Great Vibes, gradevole, riconoscibile, un classico.

L’anteprima di Google è stata aggiornata. Adesso compaiono di nuovo, nella scheda apposita, i dati relativi all’uso di ciascun font. L’Allura è stato richiesto ai server di Google 26 milioni di volte nell’ultima settimana. È contenuto in più di 260 mila siti web. Conosciuto specialmente in Canada e Germania (che superano il milione di richieste), seguiti da Brasile e Australia (che superano le 100 mila) e dalla Spagna, a sole 19 mila. 

Quello di Google non è il solo Allura disponibile. Nella versione a pagamento, la famiglia si compone di tre font: lo Script, che corrisponde a quello di Google; il Regular, leggermente diverso e con maiuscole senza svolazzi; e il Formal, in cui ogni lettera è super-svolazzante. 

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