Colophon

Il colophon è un breve testo che viene inserito alla fine di un libro per fornire informazioni sull’anno e il luogo di pubblicazione. In certi casi contiene anche informazioni più dettagliate, come ad esempio la tiratura, i caratteri utilizzati eccetera.

Dice Wikipedia che non va confuso con le informazioni riguardanti il copyright che si trovano sul retro del frontespizio. E poi mostra appunto la foto di un testo del genere, chiamandolo colophon.

La prima Bbbia datata è quella di Fust e Schoeffer del 1462, ma già nel 1457 i due stampatori avevano inserito il colophon nei loro libri, con tanto di marchio dello stampatore.

Sul sito History Of Information si può vedere proprio uno dei primi colophon. La pagina è riempita di testo, stampato in nero ma con tante note di colore: alcune parole sono in rosso mentre iniziali e capolettera sono in rosso o blu. Al termine del testo compare l’explicit, ossia una frase in rosso che dice “Explicit psalterius”, se non sbaglio. Al di sotto c’è lo stemma dello stampatore, la cosiddetta marca tipografica: due scudi appesi a un ramo, sui quali compaiono simboli riconducibili a lettere greche che significano Cristo e parola. A sinistra, sempre in rosso, c’è scritto “Anno M”, a destra “cccclxii”, ossia “Anno 1462”.

Tra diciassettesimo e diciannovesimo secolo il colophon cadde in disuso, perché le informazioni relative a luogo, editore e anno venivano incluse nel frontespizio. Nel ventesimo secolo il colophon torna in auge. 

Il sito Danger Press parla della marca tipografica di Jenson chiamandola erroneamente colophon. Comunque l’articolo è interessante, perché analizza il disegno riconoscendone la derivazione da simboli alchemici che indicano alcuni metalli che effettivamente erano usati dagli stampatori per la produzione di caratteri o inchiostri. 

Su Wikipedia, nella pagina dedicata a Jenson, si può vedere la sua marca tipografica. La didascalia però non fa nessun riferimento all’alchimia, limitandosi a riconoscere “la croce di Lorena sul cerchio”. 

 

Il colophon del Signore degli Anelli in un'edizione Bompiani. A differenza dei libri quattrocenteschi, la dicitura non si trova in coda al testo, ma in una pagina dedicata che rimane in gran parte vuota.



Ancora dal libro del Signore degli Anelli nell'edizione Bompiani. Quello nella foto non è il colophon, ma una serie di informazioni su editore e copyright che vengono aggiunte sul retro del frontespizio, ossia all'inizio del libro. Notare che nell'editoria moderna lo stampatore (il Nuovo Istituto di Arti Grafiche di Bergamo) non corrisponde all'editore (Bompiani), né a chi detiene il copyright (Rcs Libri - Milano)

 

Il colophon di "Fortopia - Storie d'amore e d'autogestione" edito dal centro sociale Forte Prenestino di Roma. In questo caso la dicitura occupa un'intera pagina e contiene non solo le informazioni di base (luogo, stampatore, data) ma anche il tipo di carta, i caratteri usati, la tiratura, e i nomi di chi ha lavorato a correzione e impaginazione.

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