Prince Valiant e Augusta
Il Palio delle contrade di Artena, nel Lazio, è una delle tante manifestazioni medievali che si fanno in Italia. Sono stati diffusi volantini sul web, sono stati affissi manifesti. Tutto è scritto in caratteri romani, tranne il titolo, in caratteri medievali. Da bravo utente pigro del nuovo millennio passo la foto della lettera i al Font Moose di Luc Devroye e non viene fuori niente. Questo significa che molto probabilmente si tratta di un font gratuito. Si procede allora coi vecchi sistemi: si va su Dafont, nella categoria Gotici/Medievali, si personalizza la scritta e si scorre la lista.
Non bisogna cercare tanto: il font sembra proprio il Prince Valiant, di Dieter Steffmann. L’autore è famoso perché ha messo in download gratuito con licenza 100% gratis tanti bei font ispirati al medioevo o comunque ai secoli passati. Questo ha totalizzato 40 download ieri, 328 mila totali.
Però c’è qualcosa che non quadra: è molto più stretto di quello che si vede sul manifesto. Per raggiungere le stesse proporzioni bisogna aumentare la larghezza almeno al 125%.
La lettera più caratteristica, tra quelle che compaiono nel cartello, è la i, che ha un punto a forma di accento con la parte più sottile che tende verso destra.
Nel manifesto il colore è rosso su fondo rosatello, con una ombreggiatura nera in basso e a destra. Forse l’unico elemento che stona è il cerchietto. Infatti il titolo della manifestazione è “29° Palio delle Contrade”. Apparentemente il simbolo dell’ordinale, che forse è quello del grado, ha subito un trattamento diverso dal resto della scritta. Forse è in dimensione più piccola. Fatto sta che risulta attaccato al 9 che lo precede.
È certo che nel medioevo non avrebbero certo scritto così. Avrebbero preferito i numeri romani, per cui la scritta sarebbe stata “XXIX Palio delle Contrade”. Chiaro che al giorno d’oggi non avrebbe fatto un bell’effetto e qualcuno non l’avrebbe capita.
Negli ultimi anni ha fatto scalpore la notizia che alcuni importanti musei, tra cui il Louvre, hanno deciso la rimozione dei numeri romani dalle didascalie delle opere esposte, visto che molti visitatori non li capiscono.
Qualcuno ha osservato che questo non farà altro che peggiorare la situazione: se vengono usati di meno, meno persone impareranno a leggerli.
Ho cercato qualche manifesto del Palio di Siena, ma ho trovato sempre in uso font ispirati all’immaginario dell’inizio del Novecento.
Ho trovato però un manifesto di una manifestazione di Este, in Veneto, datato 2015. C’è una scrittura gotica rotonda abbastanza leggibile. E indovinate un po’? C’è di nuovo lo zampino di Dieter Steffmann. In questo caso si tratterebbe dell’Augusta, un carattere disponibile anche in versione outline Shadow, su Dafont. 94 download ieri, 808 mila totali. Un font più popolare del precedente, a quanto pare.
Tra i medievali più scaricati ieri sul sito, il primo è il terzo sono di Steffmann: Old London e Cloister Black. Non sono altro che due versioni gratuite dell’Old English.
Al secondo posto c’è l’Ancient, di Art Rave Editions, più nero e abbastanza rozzo, con una E dalla forma più moderna rispetto a quella dell’Old English (che è in pratica una C con trattino orizzontale aggiunto.
Al quarto posto c’è il Seagram Tfb, di Zanatlija, un gotico abbastanza rudimentale.
Attenzione: molto di quello che si trova su Dafont non è utilizzabile a fini commerciali, come avviene per i font di Steffman. In molti casi la licenza è gratuita solo per l’uso personale.
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