Bauhaus Modern, Danube

C’era un tale che per lavoro aveva bisogno di sapere il nome del font usato da un’attività commerciale in zona. Aveva passato l’immagine a uno dei siti di riconoscimento automatico e non aveva trovato niente.

Quando me l’ha detto gli ho spiegato come funziona: quei servizi online identificano un font solo se è presente nei normali circuiti commerciali. Se è un font gratuito amatoriale, va cercato con i vecchi sistemi: andando sui siti gratuiti e scorrendo la lista per intero.

L’ingrato compito è toccato a me. Era un sans serif, simile al Bauhaus ma con una e dalla cravatta staccata. Ho avuto parecchio da sfogliare la categoria sans serif di Dafont, o quella fantascienza fin quando non ho trovato font di bassa qualità. Allora mi è venuta l’intuizione: e se stesse nella categoria Basico/Varie?

E infatti era nascosto lì: era il Bauhaus Modern, del danese Nils Kahler, che ha raggiunto i 127 mila downlad probabilmente sfruttando il nome: chi cerca un Bauhaus su Dafont trova questo e altri due tipi di carattere.

Mancano le lettere accentate, la licenza è gratis per uso personale, ma a quanto pare fa la sua figura anche usato per scopi commerciali, per il logo di un negozio, appunto.

Mentre cercavo questo, avevo trovato un altro font in cui la e ha la cravatta staccata: il Danube, di No Images Font.

Questo ha totalizzato oltre 600 mila download, anche grazie al fatto che la fonderia è abbastanza affermata: ha caricato 53 tipi di carattere su Dafont, il più scaricato dei quali, nelle ultime ore, è il Celtic Garamond the 2nd (sui 200 download al giorno).

La e è praticamente una c a cui è stato aggiunto un trattino centrale staccato dal resto della lettera.

L’impostazione di base delle lettere deriva dal Bauhaus (m e n ad arco), ma in questo caso le aste si assottigliano all’estremità e terminano a punta, a differenza del precedente in cui terminavano tagliate di netto.

Ho provato a comporre qualche parola, ma il risultato è stato abbastanza deludente. Le lettere bisticciavano un po’ una con l’altra, c’era una s allungata in orizzontale che mi dava un po’ fastidio. Non è una cosa da usarsi a fini commerciali, ho pensato. Sbagliando.

Poche ore dopo vedo per caso il logo di un’azienda attiva nel settore agroalimentare che ha usato proprio questo font?

“Natura da baciare”, c’era scritto. La prima parola in verde, le altre due in grigio.

Tre modifiche erano state apportate alle lettere.

Alla t era stato tolto il trattino orizzontale, che come quello della e era staccato dal resto della lettera, ed era stato sostituito da due foglioline stilizzate, una verde e una rossa.

Al posto della a, nella parola da, c’era l’impronta di un bacio, in rossetto rosso.

E, sorpresa, la d era stata sostituita da una b rispecchiata.

La d del Danube infatti è una a rispecchiata: per tre quarti cerchio, con un angolo retto in basso a sinistra, mentre la a ha l’angolo retto in basso a destra.

In questo logo invece è stata disegnata una d con tratto ascendente, ottenuta appunto ribaltando la b sull’asse verticale.

Certo, un testo qualsiasi stampato in piccolo non viene visualizzato nel migliore dei modi usando il Danube. Ma quando si lavora a un logo non bisogna tenere conto di tutte le combinazioni possibili. Anche se nel font ci sono lettere brutte, se quelle lettere non compaiono nel nome del prodotto questo dettaglio è completamente irrilevante. Inoltre è facile apportare le modifiche grafiche necessarie. Cambiare una lettera a un font è complicato, perché bisogna assicurarsi che la nuova forma non crei intralcio a tutte le altre lettere che possono precederla o seguirla. Ma per sostituire una lettera in un logo basta che la nuova forma figuri bene in quella parola.

Quindi anche il Danube può essere sfruttato a livello commerciale.

Nonostante i suoi difetti. Se proprio volete rendervi conto guardate i numeri. L’8 è un cerchietto con un trattino centrale. Il 9 è indistinguibile dalla g, incluso il tratto discendente. Il 6 è un 9 rovesciato (o una g rovesciata), e quindi ha un tratto ascendente. Tutti gli altri numeri invece non hanno né tratti ascendenti né discendenti, in contrasto con le tradizionali convenzioni tipografiche. Il 5 almeno si distingue dalla s per il fatto di avere un angolo retto nella parte bassa. Non è che esteticamente sia un capolavoro. Anche la forma del punto interrogativo è abbastanza discutibile. 

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