Bureau of Engraving and Printing

Il Bureau of Engraving and Printing è un’agenzia governativa statunitense nata ai tempi della guerra civile americana, nella seconda metà dell’Ottocento, e tuttora esistente.

Il nome significa Ufficio dell’Incisione e della Stampa, ma non ha nulla a che vedere col controllo delle tipografie private. La principale attività che deve svolgere è la stampa di banconote, ma nel corso del tempo le sue attività si sono estese ai francobolli, certificati, carte d’identità, documenti speciali di ogni genere. L’agenzia non conia monete, compito che spetta invece allo United States Mint. In passato si è occupata anche di passaporti, che ora sono prodotti dal Government Publishing Office.

Gli edifici in cui l’istituzione opera sono nel Distretto di Columbia, vicino Washington, anche se di recente è stato annunciato uno spostamento in Maryland. Inoltre c’è un secondo stabilimento a Forth Worth dalla fine degli anni Ottanta, per poter continuare a operare anche in caso di emergenza e per ridurre i costi di trasporto fino alle banche degli Stati Uniti occidentali e centrali.

L’acronimo dell’istituzione è BEP. La pagina su Wikipedia dedicata racconta vari dettagli tecnici riferiti alla storia della produzione di banconote. I primi inchiostri che si usavano faticavano a seccarsi, quindi bisognava interporre tessuti tra un foglio e l’altro per evitare che si macchiasse l’altra faccia delle banconote. Inoltre visto che i fogli andavano inumiditi prima della stampa, poi lasciati asciugare e poi di nuovo inumiditi prima della stampa sull’altra facciata, la carta tendeva a raggrinzirsi. Il problema fu risolto con l’invenzione di inchiostri che si asciugavano più rapidamente.

Inizialmente su ogni foglio c’erano quattro banconote, che venivano firmate e tagliate a mano da alcuni dipendenti. Più che di banconote nel senso moderno del termine si trattava di cambiali emesse dal Governo, che venivano chiamate Demand Notes. 

Il Bep ha anche una sua polizia, composta da 234 agenti (nel 2004).

Lo stemma dell’agenzia raffigura una bilancia, una chiave e tredici stelle.

Un’altra pagina di Wikipedia mostra le Demand Notes che vennero stampate tra il 1861 e il 1862. Si nota la grande quantità di inchiostro verde usato per una delle facciate, mentre l’altre era in nero con soltanto alcune parti stampate in verde. Questa caratteristica ha fatto sì che queste banconote fossero soprannominate “greenbacks”. Il verde è ancora un colore fondamentale nella stampa delle banconote statunitensi (nel doppiaggio italiano dei film americani i dollari sono soprannominati “verdoni”).

I tagli di queste banconote erano da 5, 10 e 20 dollari.

Sulla facciata verde c’erano solo elementi grafici, sull’altra comparivano i volti di alcuni personaggi (Hamilton sui 5 dollari, Lincoln sui 10), un’aquila e le allegorie di Arte (sui 10 dollari), Freedom e Liberty (sui 5 e sui 20. Entrambe le parole si traducono in italiano con libertà, ma hanno due accezioni diverse).

L’articolo di Wikipedia fa notare tanti piccoli dettagli tipografici che vennero ritoccati nel corso degli anni.

Dal punto di vista complessivo, noto che lo schema cambiava notevolmente da una banconota all’altra. Il nome Stati Uniti è scritto in stile gotico sulla banconota da 5, circondato da svolazzi, mentre è in stile tuscan sulle 10 (in orizzontale) e sulle 20 (ondulato).

La cifra scritta in lettere è in stile romano sui 5 e sui 10 dollari, gotico sui 20.

Sulle banconote compariva anche la data, stampata in corsivo calligrafico (come altri elementi), ogni volta in dimensione e posizione differenti.

Se guardiamo le moderne banconote in euro, notiamo che anche se cambiano colori e disegni, i vari elementi conservano all’incirca la stessa posizione, e il font usato è sempre lo stesso. Non ci sono scritte calligrafiche (a parte la firma del Governatore della banca centrale) e non ci sono neanche caratteri ornati: si preferisce lo stile senza grazie

Gli euro sono nati a partire da zero all’inizio di questo secolo. I dollari, anche se sono cambiati nel corso degli anni, risentono della tradizione in cui si inseriscono e quindi conservano formato e grafica dei loro predecessori. Comunque oggi l’impostazione di base è più uniforme: su tutte c’è il viso di un personaggio, disposto all’incirca al centro. E non compaiono personaggi allegorici, almeno in primo piano sulla facciata (c’è una complessa simbologia sull’altra facciata e sullo sfondo). Gli stili tuscan e corsivo calligrafico sono stati abbandonati, anche se sono rimasti i serif larghi e a contrasto, con qualche ornamento (ombra).

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