Differenze Roboto – Open Sans
Identifont è un sito utilissimo per identificare qualche font sconosciuto. A parte lo strumento che porta subito alla lista di tutti i font contenenti caratteristiche inusuali, tutti i tipi di carattere sono schedati sulla base della forma delle loro lettere, per cui basta compilare rapidamente un questionario, personalizzato in base alle lettere che si hanno a disposizione e all’anno in cui il documento è stato stampato, per arrivare alla lista di font con quelle caratteristiche.
Un altro strumento permette di confrontare al volo tutti i caratteri di due font simili, ed elenca anche le principali differenze.
Ho provato a confrontare Roboto e Open Sans. Le differenze sono sette: il simbolo del dollaro, che nel Roboto ha solo le estremità della linea verticale; la J, che nel Roboto poggia sulla linea di base; la g, che nell’Open Sans ha due occhielli; infine la forma di bdqp. Queste lettere nel Roboto hanno un tratto verticale sul lato interno, in corrispondenza dell’asta, mentre nell’Open Sans la controforma è ellittica.
Ovviamente non serve uno scienziato per rendersi che queste non sono le principale differenze tra i due font. Come dice il nome, l’Open Sans ha delle lettere molto aperte: le lettere CGSaces hanno le estremità che non si ripiegano su sé stesse ma si mantengono molto distanti dal resto della lettera. Eppure questa caratteristica non è stata ancora inserita nel sistema di catalogazione del sito.
Qualcuno ha messo in risalto il fatto che il Roboto per molti versi somiglia all’Helvetica. E infatti può essere così per il modo in cui sono gestiti i terminali. Però lo strumento di Identifont segnala una grande quantità di differenze. La coda solo esterna della Q, il fatto che il punto sulla i è tondo anziché quadrato, lo sperone della G, la gamba rettilinea della R (nella versione più recente), oltre ad altre differenze secondarie (di nuovo la presenza di tratti rettilinei nelle controforme di g e q).
Il Roboto è stato disegnato da Christian Robertson nel 2014. È scaricabile gratuitamente da Google ed è uno dei font più popolari del web.
L’Open Sans è precedente: disegnato da Steve Matteson, è stato diffuso a partire dal 2010 o 2011. Anche questo può essere scaricato da Google, o inserito direttamente nel proprio blog o sito web senza bisogno di download.
Al momento, ordinando per popolarità i font di Google, al primo posto c’è il Roboto, al secondo l’Open Sans. Più giù, dopo il Noto Sans Japanese, che non ci riguarda, troviamo Montserrat (molto largo), Lato, Poppins (geometrico), Source Sans Pro, e la versione condensata del Roboto, di nuovo.
Poi abbiamo Oswald (stretto), di nuovo Roboto nella sua versione Monospace, Noto Sans e Raleway.
Altri risultano popolari, ma si vedono molto più raramente sui siti web: Inter, Mukta, Ubuntu e Nunito. Anche la versione Slab del Roboto risulta popolare.
Il primo serif vero e proprio della lista è il Merriweather, che precede il senza grazie Pt Sans (di Paratype) e un altro serif molto usato, il Playfair Display. Che ha parecchio contrasto e non mi piace come appare sul monitor.
L’Helvetica è uno dei font più usati al mondo, un simbolo del ventesimo secolo. Disegnato nel 1957, non è disponibile sui sistemi operativi Microsoft, dove è stato sostituito dall’Arial, che ha le stesse metriche ma diversi dettagli.
Commenti
Posta un commento