Pesce Matto
Stavo sentendo la musica su Youtube e intanto scorrevo la lista dei video consigliati, quando mi imbatto in un filmato con le immagini di una partita di calcio dell’Imperia, di pochi giorni fa. Non c’era motivo di consigliarmelo, visto che non ho mai cercato notizie riguardanti Imperia o il calcio in generale, e infatti non ci ho cliccato. Ma nel fermo immagine si vedeva lo striscione con la pubblicità di un ristorante: il Pesce Matto, di Imperia. E anche solo dall’anteprima sul display del cellulare era facile riconoscere il font: Busorama. In cui mi sono imbattuto casualmente pochi giorni fa, e che avevo cercato in lungo e in largo dopo averlo notato sull’insegna di una tabaccheria.
Strani colori, mi pare giallo su fondo nero, e strani effetti: è un font outline con ombra.
Cercando sui motori di ricerca vengono fuori vari esempi del logo. Da qualche parte si trova scritto “il Pesce Pazzo”, nello stesso font, che però è meno attraente perché il Busorama lo riconosco per via della T col tratto orizzontale incurvato.
Il font, che è composto soltanto di lettere maiuscole, ha molte altre caratteristiche che lo distinguono. La M, nella quale i tratti spioventi sono curvati verso l’interno. La E, che è una C con un trattino centrale. La S, che ha l’ansa superiore completa e quella inferiore appena accennata.
C’è anche la A che ha un lato verticale e uno curvo. Ma mentre nell’anteprima su Identifont il versante verticale è il destro, nel logo che trovo sul web è il sinistro, quello che si affaccia sulla M. Giustamente, dall’altro lato il piede della lettera va praticamente a toccare il piede della T, allungandosi al disotto del tratto orizzontale.
In realtà quello che si vede in certe pubblicità sul web non corrisponde con quello che è stampato sullo striscione allo stadio. Perché sullo striscione hanno rinunciato alla A asimmetrica, preferendole una A simmetrica, con entrambi i tratti curvi.
La cosa strana è che nella mappa di tutti i glifi che si può vedere su My Fonts non c’è traccia né della A simmetrica né di quella ribaltata. Non vengono fornite varianti per nessuna delle lettere. E Identifont non rimanda a nessuna versione outline.
Il Busorama è stato disegnato nel 1970 da Tom Carnase per la Itc. È lo stesso autore che ha realizzato l’Avant Garde, un sans serif geometrico che è uno dei punti di riferimento della seconda metà del ventesimo secolo. Il disegnatore newyorkese è anche ricordato per i lavori grafici che ha svolto per aziende di grande visibilità (come la Coca Cola e alcuni dei principali network tv americani): ha disegnato loghi, confezioni, materiale per esposizioni e si è occupato delle loro identità visive.
Fonts In Use ha raccolto 38 segnalazioni del Busorama, l’ultima con un aggiornamento ad un post del 2016 su un album di Aphex Twin. Lì il font è usato in piccolo, per il titolo Cheetah, con la A che ha il lato verticale dalla parte destra, quella che fronteggia la H successiva.
Per il nome dell’artista si riconosce un altro classico, l’Harlow, in versione outline con ombra.
Tra l’altro noto che il font è stato usato anche nel 2019 sulla lattina di una bevanda in edizione limitata che veniva data insieme ad un disco di musica napoletana degli anni Settanta e Ottanta.
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