Vietato cambiare l’anteprima su Windows

Quando si scarica un font su Windows e si clicca sul file, il sistema operativo apre in automatico un’anteprima del carattere in questione.

Vengono mostrate tre righe di informazioni: nome del carattere, versione, e formato (layout e struttura). Poi ci sono tutte le lettere maiuscole e minuscole, poi i numeri, la principale punteggiatura e i cinque simboli aritmetici. Infine c’è la frase di prova in sette dimensioni diverse: 12, 18, 24, 36, 48, 60 e 72 punti.

In italiano la frase di prova è l’incipit dell’Iliade, nella traduzione di Vincenzo Monti: “Cantami o diva del pelide Achille l’ira funesta”. Seguita, di nuovo dai numeri.

In altre lingue la frase è diversa. Come si fa a cambiarla?

Di default... non si può!

La frase in questione si trova nascosta in un file nella cartella Windows/System32. Ci sono varie cartelle, una per ogni lingua, la nostra è it-IT. Il file si chiama fontview.exe.mui.

Si potrebbe aprirlo con Blocco Note, sostituire la frase salvare il risultato. Ma ci sono due difficoltà.

La prima è che il file è salvato in un modo strano, ossia tra una lettera e l’altra c’è un byte vuoto (\x00). Quindi anche tirando fuori il file dalla cartella di sistema ed aprendolo col Notepad, sarebbe abbastanza laborioso sostituire lettera per lettera a mano, aggiungendo i byte vuoti che nel programma si confondono col carattere spazio. Con poche righe di programmazione questo problema si risolve, ma ecco che viene fuori il secondo problema: il sistema operativo si rifiuta di cancellare il file vecchio dalla cartella di sistema e di metterci quello nuovo, anche quando si opera dal prompt con privilegi da amministratore!

Gli specialisti suggeriscono sistemi per prendere il controllo della cartella, ma non mi va di provarli.

Esistono soluzioni più semplici.

Ad esempio c’è un software che permette di scrivere facilmente la frase nuova al posto della vecchia senza bisogno di lambiccarsi il cervello con le autorizzazioni.

Oppure, ed è la cosa migliore, si può installare un font manager che permette di personalizzare la visualizzazione dei font installati senza modificare i file di sistema.

Chissà perché alla Microsoft sono così restii a permettere la modifica di quella scritta.

Sul mio sistema non sono installati i file di configurazione per altre lingue.

In teoria, una scelta sensata è quella di usare un pangramma, ossia una frase contenente tutte le lettere dell’alfabeto. È molto popolare quella in lingua inglese “The quick brown fox jumps over the lazy dog”, ossia “La rapida volpe bruna salta oltre il cane pigro”.

In tema di cani e volpi, ne è stato inventato uno simile in lingua italiana “Ma la volpe col suo balzo ha raggiunto il quieto Fido”. Che in effetti è un controsenso: nella caccia alla volpe sono i cani che cercano di raggiungere, non il contrario. Questo pangramma contiene le lettere dell’alfabeto italiano, ma non le lettere straniere.

Sul web esistono molte liste di pangrammi, alcuni più affascinanti e sensati, altri brutti e di cattivo gusto, con tanto di percentuale di lettere sprecate. L’obiettivo cioè è quello di creare una frase che non sia troppo più lunga di un alfabeto. Più è lunga e meno vale.

Quello della Microsoft non è un pangramma visto che mancano addirittura dieci lettere: bgjkpqwxyz.

Senonché c’è da dire una cosa: qualsiasi pangramma non è un vero pangramma, perché ogni lettera ha due forme, maiuscola e minuscola. Quindi ogni pangramma è un mezzo pangramma in realtà, perché esclude metà dei segni che in un font indicano le lettere dell’alfabeto. Al limite andrebbe ripetuto due volte.

Comunque normalmente le caratteristiche di una lettera si ripetono anche in altre, non c’è bisogno di vederle tutte. L’asta della l viene usata anche per costruire la b o la h. La z è larga all’incirca quanto la a, e così via.

Però ognuno ha le sue preferenze. Soprattutto esistono delle lettere distintive che ti fanno capire subito di che font si tratta, o almeno a cosa è ispirato. In italiano si usa spesso la Q: le parole quanto, quando, quale, qualsiasi si trovano spesso a inizio frase. E la coda della Q può essere lunga o corta, orizzontale, verticale, obliqua, partire dall’interno, zigzagare eccetera. In inglese una maiuscola che compare spesso a inizio frase è la W, e anche qui ci si può sbizzarrire: c’è a tre o a quattro punte, e le grazie possono attaccarsi una all’altra o rimanere staccate. Poi a me piace notare le T e le R, oltre alle C. Per non parlare della g minuscola, che è molto caratteritica ma nella frase scelta da Microsoft non c’è.

Insomma, non è necessario un pangramma che contenga tutto l’alfabeto, ma una frase che contenga le lettere più interessanti, che variano da persona a persona.

In inglese spesso si usava la parola Handgloves per presentare un tipo di carattere. È composta di lettere che permettono di farsi un’idea completa del font: con grazie o senza, forma delle grazie superiori e di quelle inferiori, altezza della x e dei tratti ascendenti, eccetera. E conteneva lettere problematiche (ags) che non ricalcano nessun’altra.

Se poteste personalizzare la scritta del Fontview di Windows, cosa ci scrivereste? Io lì per lì ho improvvisato: “Quando Cinzia beve whisky con Marta, Phil se ne fugge”.

Contiene la Q, la C, la M (che può avere i fianchi verticali o obliqui), la P (caratteristica perché può restare aperta come facevano i romani o chiudersi). Contiene anche la c minuscola. Mancano m e q, ma ci sono n e p, quindi non servono. E mancano un paio di lettere straniere (jx), che in italiano si usano poco quindi non necessariamente sono importanti nella scelta di un font.

Certo, immaginare la scena è un po’ surreale: perché mai fugge, il povero Phil? (Ma si possono anche invertire i personaggi...)

Comunque cercando sui motori di ricerca il pangramma della volpe in inglese, vengono fuori tantissimi disegni di artisti che hanno provato ad immaginare il salto. E quindi c’è una vasta scelta di volpi svelte e cani pigri, in alcuni casi disegnati in maniera realistica, in altri in maniera fumettosa, a volte colorati in digitale, a volte ad acquerello. C’è anche chi ne ha tratto ispirazione per un libro, “Fox and Dog – Pangram Pals”, in vendita sul web (sempre solo in inglese). Sui siti specializzati si trovano varie recensioni, ma purtroppo nessuno spoilera se l’autore sia riuscito a inventare un motivo plausibile per cui la volpe svelta debba saltare oltre il cane pigro.

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