Il buono, il brutto, il cattivo
Un film per il cinema, una volta montato, raramente viene cambiato. Possono essere tagliate alcune scene, aggiunte altre che in un primo momento erano state scartate, ma di solito si cristallizza in una versione e nessuno lo tocca più.
La locandina invece è qualcosa in continua evoluzione. Al momento del lancio magari ne vengono preparate varie versioni diverse. Quando poi il film esce in lingue straniere, ecco una nuova grafica, e magari un nuovo font. Poi ne esce una versione in videocassetta, e appena viene inventato il dvd anche una versione in dvd. Magari in varie lingue. E per ognuno di questi prodotti si lavora ad una nuova grafica, magari con un font standard se fa parte di una serie.
Insomma cercando locandine e copertine ci si trova di fronte a una collezione di lavori che continua a espandersi.
Ho provato a cercare le grafiche preparate per Il Buono, Il Brutto, Il Cattivo di Sergio Leone, 1966, un film molto apprezzato a livello internazionale. Si trova un serif con le grazie molto robuste, un sans dalle forme geometriche, un serif più sottile con qualche decorazione, qualcosa che tende al Playbill, un moderno sans nero e sporco. Oppure qualche tuscan, o combinazioni di stili realizzati a mano. O un sans serif compresso.
In una, molto popolare, si riconoscono le forme del Bernhard Bold Condensed, in una delle sue varie versioni. Caratteristiche le estremità tondeggianti di N e V, in alto a destra, che contrastano con le soluzioni adottate nelle altre lettere.
Un font derivato dal Bernhard è diffuso col software Microsoft, ma manca proprio di queste irregolarità (Bernard).
Un font gratuito modellato sul Bernhard è il Wooden Nickel Black, che si scarica da Font Squirrel. Ma non è la versione stretta, e comunque la spaziatura tra le lettere lascia un po’ a desiderare.
Soprattutto, i tratti fanno degli scarti un po’ sgradevoli, che mancano nel font originale: nella B, nella R, nella O e nella N, ma il più fastidioso in assoluto è quello nella V.
Su Fonts In Use ci sono una sessantina di segnalazioni di usi di font di Lucian Bernhard, di cui varie riguardano il carattere tipografico in questione, con i suoi vari nomi (uno dei quali è Bernhard Antique).
Tra l’altro (off topic) noto che uno dei font di questo autore era usato per i titoli di coda della serie tv Hazzard (che in questo periodo va in onda su Rete 4 e sul canale 27. Ma era il Bernhard Gothic, un sans serif con la E dal baricentro ribassato).
Per tornare ai film di Sergio Leone, c’è un bell’articolo sul blog di Pixart Printing firmato Giovanni Blandino che parla dei titoli di testa di cinque dei più famosi film girati da Sergio Leone: la trilogia del dollaro e i due C’era una volta.
Nei primi troviamo il lettering realizzato da un personaggio che i più non avranno mai sentito nominare: Igino Lardani.
In per Un Pugno di Dollari le scritte vengono inserite fra animazioni di cavalli e cavalieri al galoppo e colpi di pistola, realizzate con la tecnica del rotoscope.
In Per Qualche Dollaro in Più le scritte si muovono sul deserto prima di essere danneggiate da colpi di fucile. Si riconosce nelle lettere l’irregolarità dovuta al fatto che sono state disegnate a mano.
Rotoscope e fucilate aprono anche Il Buono, Il Brutto, Il Cattivo. Il titolo è in tre stili diversi, tutti associati al far west: la prima riga in un tuscan in cui le estremità biforcute terminano a goccia, la seconda riga un serif a grazie triangolari, la terza in un altro font con grazie biforcute, ma slab.
Non mancano i font con grazie slab rettangolari, oltre ai sans serif stretti cari all’industria cinematografica, e varianti western a volontà, a seconda dei casi.
Solo con gli ultimi due film si comincia a parlare di font. Di Cooper Black per C’Era Una Volta Il West (il font è del 1921) e di Victorian per C’Era Una Volta In America. Un font che a dispetto del nome è datato 1976, mentre il film è del 1984.
Il post linka anche un articolo in inglese dedicato all’opera di Lardani, intercalato da parecchi fermo-immagine delle sigle iniziali dei film citati.
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