Itc Serif Gothic

Il titolo della sigla iniziale del telefilm The Dukes Of Hazzard, andato in onda tra la fine degli anni Settanta e la prima metà degli anni Ottanta, era in caratteri Hobo.

Lo stesso font è stato utilizzato per il cd con la colonna sonora (musica country, uno degli elementi ricorrenti nel telefilm).

Nel corso degli anni la serie è continuata ad essere molto popolare. Ancora oggi va in onda sulle reti Mediaset (Rete 4 e Twenty Seven o in certi periodi Iris). Ne sono derivati vari prodotti da mettere in vendita (dvd, videogiochi), un film e un film-tv, per cui col tempo è stato creato un logo fisso, a partire da imprecisati caratteri slab.

La sigla originale venne cantata da un noto cantante country, che faceva anche la voce del narratore in tutti gli episodi. Il 45 giri fu messo in vendita nel 1980. E ha una scritta “The Dukes of Hazzard” che è molto interessante. A prima vista sembra in caratteri sans serif geometrici. Le z hanno il tratto finale serpeggiante che scende al disotto della linea di base. C’è qualcosa di familiare nella e, ma risalire al font è abbastanza difficile, senza smanettare un po’ coi siti di riconoscimento automatico.

Alla fine la risposta più plausibile sembra essere Itc Serif Gothic. Un font disegnato da Herb Lubalin insieme con Tony DeSpigna nel 1974. Che in effetti non è un senza grazie: ce le ha, ma appena accennate, in maniera tale che a distanza non si vedono e può essere usato come fosse un sans. Lo dice anche il nome: serif vuol dire grazie, mentre gothic indica i senza grazie.

In effetti è singolare il modo in cui vengono gestiti i punti in cui due diversi tratti si uniscono: l’angolo inferiore sinistro della b, quelli superiori sinistri di m e n, quello inferiore destro di b e u.

Però c’è un dettaglio che non mi torna. Nelle versioni digitali del font la a è ad un solo piano, mentre sulla copertina del disco troviamo una a a due piani.

Da dove arriva?

A quanto pare era in circolazione una versione dell’Itc Serif Gothic che apparentemente non è stata mai digitalizzata.

Circola però un elenco di tutte le lettere e i numeri con le varianti. La a a due piani è considerata la seconda scelta, come pure la z serpeggiante.

Troviamo poi una E con la forma della C a cui viene aggiunto il tratto centrale, una L col tratto orizzontale più lungo, una e minuscola col tratto rettilineo obliquo, una f con tratto discendente, una k con la gamba che scende sotto la linea di base, una r con l’asta verticale che spunta in alto, una S con tratto discendente, una t con la base dell’asta che curva verso destra. Infine, c’è anche un 8 con le due controforme interne separate.

Lubalin è autore di altri font molto popolari in cui ci si imbatte spesso: l’Itc Avant Garde, il Lubalin (usato per i loghi Rai) e l’Itc Ronda (meno usato ma dalle forme caratteristiche).

Per quanto riguarda Hazzard, esistono varie richieste inviate al forum di What The Font, ma solo quelle relative all’Hobo hanno trovato risposta.

Anche per Jennings sono arrivate richieste che non hanno portato a nulla: due album, un logo e una t-shirt. Una di queste è stata definita “solved” perché chiedeva solo di trovare qualche possibile alternativa a qualcosa che molto probabilmente non è un font.

E in effetti è introvabile: la scritta principale è in stile tuscan inline, con degli spazi che si aprono al centro delle aste a metà altezza.

Commenti

Post più popolari