Jomhuria
Dopo avere visto lo Zipper, stavo cercando su Google Fonts qualcosa che andasse bene per le intestazioni e che avesse un aspetto compatto e stabile.
Ho smanettato un po’ con i cursori di larghezza e peso ed ecco venire fuori un font interessante, mai visto prima: il Jomhuria, di Kb Studio.
Certo le forme non sono originali e simpatiche come quelle dello Zipper, però può andare bene per quello che avevo in mente: scrivere un titolo a tutta pagina, tutto in maiuscolo.
Nel font ci sono anche le minuscole. Una lettera caratteristica è la i, che ha il punto a forma di rombo, o meglio di quadrato appoggiato su uno degli angoli. E visto che la parte superiore della lettera è in salita, l’aspetto delle scritte appare abbastanza movimentato, tenuto conto che anche alcuni dei tratti che dovrebbero essere orizzontali (ad esempio quelli della E), sono impercettibilmente obliqui sul lato interno.
In realtà questo font è stato pensato per trascrivere il persiano e l’arabo, e poi il latino.
L’ispirazione, mi pare di capire, è un font stencil disegnato 30 anni fa in Iran.
Fonts In Use conosce il nome del Jomhuria (che significa “repubblica”) e ne mostra la trascrizione in caratteri arabi, scritta con lo stesso font: il tratto orizzontale che unisce le varie lettere è molto più spesso degli altri. Il disegno viene attribuito a Kourosh Beigpour e al ben più noto Eben Sorkin, anno 2016.
Le iniziali del primo sono quelle che hanno dato il nome al Kb Studio, di cui sono presenti altri due lavori su Google Fonts: Mirza e Catibeh, entramb serif display. Il primo ha una f che scende sinuosamente al disotto della linea di base, una e col trattino in salita e una g a due piani. Le grazie sono semplici rigonfiamenti delle aste. Il punto è ancora un quadrilatero poggiato su un vertice. Il secondo ha una g con un solo occhiello e una e senza angoli. Il contrasto è maggiore, il punto sulla i è arrotondato.
La scheda del Jomhuria è interessante perché fornisce anche le statistiche aggiornate. Il font è incluso in 41 mila siti web, per un totale di 2,18 milioni di richieste settimanali. Per fare un confronto: il Bebas Neue è in 140 mila siti web, ma molto più frequentati, visto che totalizza 294 milioni di richieste settimanali tramite le Api del sito.
Segue la lista delle principali nazioni, in ordine sparso. Riordinandole, primeggia la Germania con 217 mila richieste, seguita dal Belgio a 82 mila, dal Congo con 3 mila, dagli Emirati Arabi Uniti, a quota 3 mila, e all’Argentina, poco più di mille.
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