Nutella e la tipografia
Nutella ha lanciato una collezione di barattoli per festeggiare i suoi 59 anni di storia, che scoccheranno ad aprile prossimo.
Una collezione imponente: 59 barattoli diversi, uno per ogni anno.
Sulla facciata, oltre al nome del prodotto, c’è il numero dell’anno, una frase che evoca l’evento che lo ha caratterizzato, e una illustrazione che cambia di volta in volta.
Si comincia con il 1964: l’anno è scritto con gli stessi colori del logo (il primo numero in nero, gli altri in arancione), e con lo stesso carattere (qualcosa di simile al Futura). L’evento dell’anno è l’invenzione della Nutella, quindi l’illustrazione mostra una fetta di pane con la crema spalmata sopra.
L’anno successivo è quello dell’invenzione delle audiocassette: sullo sfondo tante cassette di colori diversi, e il numero in primo piano che ricorda l’Helvetica.
1966, spopola un ballo chiamato shake (scuotere, tremare). Davanti al disegno di gente che balla, l’anno è scritto con caratteri traballanti, tipici dell’immaginario hippie.
1967, l’anno d’oro del rock. Una chitarra elettrica, e caratteri dai tratti molto spessi, con un contorno rettangolare dagli angoli smussati e delle controforme che quando non sono perfettamente circolari diventano una semplice linea che disegna delle estremità bombate.
1968: nasce la scuola materna statale. Caratteri handwriting per scrivere il numero dell’anno su una lavagna.
Nel ‘69 si sbarca sulla luna. Le controforme interne dei numeri hanno la forma di stelle a quattro raggi, e si sposano bene col panorama lunare.
Il sito ufficiale è un po’ troppo laborioso, perché è stata inserita qualche animazione. Tutte le facciate dei barattoli sono state inserite nella stessa pagina da Wired, e possono essere viste più rapidamente, ma spesso senza le descrizioni.
Nel 1977 abbiamo qualcosa di tipicamente anni Settanta per ricordare l’arrivo della tv a colori.
Per l’anno successivo abbiamo caratteri pixmap per ricordare i videogiochi dell’epoca.
Idem per il 1982, ma in verde su fondo scuro, come sui monitor dei pc dell’epoca.
O nel 1991, per l’invenzione del Web.
Il 1992 invece visualizza i numeri come su una variante del display a sette segmenti, con tutti i segmenti orizzontali suddivisi in due. Si commemorano gli squilli e gli sms sui cellulari gsm che si usavano in quel periodo.
Chissà se gli appassionati si daranno da fare per stilare una lista di tutti i font utilizzati, anno per anno, o almeno a ricercare i nomi di quelli a cui sono ispirate le grafiche.
Per quanto riguarda il logo Nutella, la forma della a fa pensare immediatamente al Futura. Che però non è il solo font ad adottare questa soluzione, tant’è vero che quei siti superficiali che rispondono in maniera netta alla domanda su qual è il font usato da ogni logo esistente indirizzano verso l’Avant Garde. Che in effetti è una risposta più corretta. Non solo per il fatto che la fessura davanti all’estremità della e è più stretta, ma soprattutto per il modo in cui è gestita la u. Nel Futura la lettera è disegnata a forma di arco capovolto, mentre nell’Avant Garde la forma è quella della normale minuscola, con un tratto curvo che si appoggia ad un tratto verticale sulla destra.
Ma un dettaglio che distingue il marchio Nutella da entrambi i font in questione è la forma della t. Entrambi hanno una t a forma di croce, come è usuale nei font che hanno una a ad un solo piano. Nel logo Nutella invece la base dell’asta è curvata verso destra, e per giunta il lato superiore dell’asta è obliquo.
Oltre tutto, il peso è leggermente maggiore rispetto all’Avant Garde Bold.
Il Futura è il pioniere del genere: disegnato da Paul Renner per la Bauer, risale al 1927.
L’Avant Garde è molto più recente: è stato disegnato da Herb Lubalin nel 1970 (e non può quindi essere il logo del primo barattolo della Nutella, risalente a sei anni prima).
Sono molti i dettagli che rendono i due tipi di carattere diversi uno dall’altro. A parte la Q (facile riconoscere quella disegnata da Lubalin) c’è la diversa concezione della C (nell’Avant Garde è quasi una circonferenza completa, mentre nel Futura le estremità sono tagliate in verticale prima che arrivino a fronteggiarsi), la R che rimane aperta nell'Avant Garde, la maggiore estensione dei tratti ascendenti nel Futura rispetto alla parte centrale delle minuscole (ad esempio nella f) e le diverse proporzioni di tanti piccoli dettagli.
Nella versione Regular, un altro segno distintivo sono le punte: le lettere A e V o il numero 4 sono appuntite nel Futura, mentre risultano appiattite in alto o in basso nell’Avant Garde.
Un altro dettaglio interessante potrebbe essere il numero 1, che nella versione Regular del Futura ha l’estremità di sinistra tagliata in obliquo. Ma nella versione Bold il numero ha la stessa conformazione di quello dell’Avant Garde (solo angoli retti), per cui in parole che non contengono lettere distintive, i due font possono essere indistinguibili a colpo d’occhio.
Identifont fa notare anche altri due dettagli: il punto (circolare nel Futura, quadrato nell’Avant Garde) e la forma della M (coi fianchi paralleli nell’Avant Garde e divergenti nel Futura).
A occhio si nota invece l’angolo in basso a sinistra nel 2: nel Futura resta appuntito perfino nella versione Bold.
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