Engravers Old English

Ho un libro dedicato alle tradizioni popolari delle mie parti. Alcuni capitoli, contenenti nenie e filastrocche, sono titolati in una specie di Old English. Almeno, sfogliando distrattamente ho sempre pensato che fosse Old English. Invece guardando bene ho visto che la a è strana: ha un tratto sottile obliquo che parte dall’estremità della lettera e va verso il centro, tagliando la strada al tratto curvo che in quel punto dovrebbe proseguire per congiungersi con l’asta verticale. Così l’occhiello rimane aperto nella parte superiore, mentre dovrebbe essere chiuso. Inoltre il punto sulla i non è di forma triangolare ma ondulato e si estende in larghezza.

Inoltre noto di sfuggita un piccolo svolazzo al disotto della lettera h.

Rapida ricerca sul web, ed ecco il verdetto: quello che sembrava Old English in realtà è... Old English. Solo che è un’altra versione.

Quello che viene distribuito dalla Microsoft è la versione che Identifont attribuisce allo staff Monotype, ma l’anno è il 1994 e a pubblicarla sarebbero Itc e Letraset. “Basato sul Caslon Black, un blackletter realizzato dalla fonderia di William Caslon in Inghilterra nel 1760”, dice la descrizione, che non nomina Microsoft. 

Quello che invece compare nel libro, il sito lo attribuisce solo a Monotype Imaging, senza anni o altre informazioni.

Il sistema automatico del sito rileva solo due differenze: la J, che nel font della Monotype non scende sotto la linea di base, e la Z, che per la Monotype ha un solo tratto orizzontale anziché due.

A occhio però si notano tantissime altre differenze.

La A nel font distribuito da Microsoft ha un tratto circolare in alto a sinistra, e un un tratto in basso che chiude la lettera unendo le due estremità. Nell’altro Old English c’è solo una grazia corta in alto a sinistra, e sotto la lettera rimane aperta.

I numeri nel font della Monotype sono in gotica quadrata, per cui lo zero ha tratti verticali paralleli mentre nell’altro font è a mandorla. E la stessa conformazione quadrata si ritrova nelle lettere. In particolare U, V e W, che nel font Microsoft sono composte di tratti curvi. Lo stesso discorso vale per la Y, che è una specie di U con una codina rattrappita sotto, mentre nell’Old English normale è una specie di D con coda lunga e sottile.

La E dell’Old English normale è una specie di C con trattino aggiunto, mentre nella versione Monoype ha un tratto verticale. La F dell’Old English normale ha un tratto discendente. La M ha i tratti spessi che formano una croce al centro, mentre nella versione Monotype il braccio destro della croce risulta staccato. La N del primo font ha la forma di una minuscola (tratto rettilineo a sinistra e curvo a destra), mentre nel secondo ha la forma maiuscola.

La S dell’Old English della Monotype ha il tratto sottile obliquo che non tocca l’estremità della lettera in basso a sinistra.

La t minuscola nel font Monotype ha il tetto piatto anziché a punta. La z ha il trattino centrale.

E poi ci sono tante differenze secondarie nei dettagli. E qualche tratto verticale sottile in più: quello che si nota di più parte dall’estremità della L, in basso a destra, nel font della Monotype.

Inoltre per Monotype U e V, anche nella versione minuscola, sono praticamente la stessa lettera, in due varianti che è difficile distinguere.

Ah, dimenticavo la g dell’Old English normale che ha un tratto che chiude l’occhiello sottostante mentre nell’altro font il tratto discendente rimane aperto. E poi il font normale ha grazie biforcute nelle lettere l, p, q. E poi ha una x semplice mentre nell’altro font è barrata.

Per Fonts In Use l’Old English è un adattamento del Cloister Black per la Monotype. Le differenze più evidenti con questo font riguardano la W, che nel Cloister è una doppia U, e la V, che nel Cloister non richiama nessun’altra lettera, anzi, ha un tratto destro sottile che pare un po’ fuori posto (anticamente u e v erano la stessa lettera; ai font più antichi è stato necessario aggiungere questa e altre lettere mancanti).

Quello che Identifont chiama Old English (Monotype), Fonts In Use lo chiama Engravers Old English. Disegnato nel 1901 da Morris Benton a cui a volte viene aggiunto anche un altro nome o due.

Il sito raccoglie 20 segnalazioni dell’Old English e 11 dell’Engravers Old English.

Su Dafont, l’Old London e il Cloister Black di Dieter Steffmann sono ispirati, come suggeriscono i nomi, a Old English e Cloister Black. L’English Towne invece è basato sull’Engravers Old English. C’è poi, dello stesso autore, anche l’Olde English, che riprende alcune soluzioni dell’Engravers, ma il peso è più leggero.

Il dettaglio della fiammella al disotto della h è preso anche dal font Ancient, di Art Rave Editions, che in questi giorni è molto scaricato, ma che ha alcune lettere disegnate in maniera particolarmente diversa rispetto al modello. In particolare c’è una a ad un solo piano, e una E disegnata in maniera eccessivamente semplice rispetto alle altre maiuscole, senza punte sporgenti, tratti sottili, aste sdoppiate o tratti staccati.

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