Il logo del Senato
Qualche anno fa qualcuno ci ha provato a chiedere sul forum di Dafont se esistesse un carattere simile a quello usato per il logo del Senato, ma non ha ottenuto risposta.
Si tratta di una S in cui la parte centrale della lettera si sdoppia, e ciascuna delle due aste ha un ornamento interno attraversato da una fila di cerchietti in negativo. In più l’asta superiore si arriccia in uno svolazzo per passare dietro la parte centrale della lettera e andare a toccare l’estremità inferiore dopo avere formato un occhiello.
Ovviamente si tratta di un lavoro ad hoc, ma non si sa chi se n’è occupato.
L’uso del marchio è regolato da una disciplinare di sette articoli, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale all’inizio del 2009.
Non si sa quale font è stato usato come base. In molti font gotici la S presenta un tratto centrale sdoppiato. Ad esempio nell’Old English, che è l’unico gotico diffuso col software Microsoft, il cui disegno è stato messo a punto nel Settecento, ovviamente su modelli precedenti. I due tratti che compongono la parte centrale della lettera rimangono molto distanti tra loro, e non hanno nessuna decorazione all’interno. Dall’estremità superiore parte un segmento obliquo che va a toccare l’estremità inferiore. Nella quale comunque si forma un occhiello, con un tratto spesso nella parte superiore e sottile nella parte inferiore.
Tra i gotici medievali di Dafont è facile trovare qualcosa di simile. I font più scaricati della categoria, l’Old London e il Cloister Black, entrambi di Dieter Steffmann, in pratica sono varianti dell’Old English.
Oggi il secondo posto è occupato dall’Ancient, di Art Rave Edition: qui i due tratti centrali non si toccano mai tra di loro, tranne che attraverso il tratto obliquo sottile, che non tocca la lettera in basso a sinistra ma termina a bottone.
Il Chomsky fa eccezione: la maiuscola ha la stessa conformazione della minuscola gotica, solo più decorata.
Altri gotici hanno conformazioni eccessivamente semplici, come il Seagram Tfb di Zanatlija, composto appena di tre tratti, o l’Angel Wish di String Labs, con punte sottili che spuntano qua e là. Con Dieter Steffmann torniamo ad una conformazione a doppia asta centrale: qui il tratto obliquo sottile parte dall’estremità in basso a sinistra, ma non tocca quella in alto a destra.
L’English Towne, sempre di Steffmann, è come l’Ancient.
Nel The Centurion, di Creativework69, la parte centrale è doppia, ma il tratto sottile è verticale e la lettera non sembra affatto una S.
Il Blackside di Din Studio è composto di tre tratti ondulati che dovrebbero ricordare la forma della lettera.
Nel Taylor Gothic di Thor Christopher Arisland le aste sdoppiate non si toccano, e il tratto sottile tocca solo in basso a sinistra, ma senza essere il proseguimento del tratto principale della lettera.
Nel Black Flag di Imagex i due tratti centrali si toccano alle estremità, e mancano i tratti sottili.
Nelle pagine successive compaiono parecchie S con asta centrale raddoppiata, a volte anche in un caso ogni cinque, e in molti casi hanno anche un occhiello in basso a sinistra come nel logo del Senato, ma mai con la stessa forma.
Nel Traditional Gothic di Flight Of The Dragon il tratto che forma l’occhiello va a toccare il tratto principale ad angolo retto, ma la forma della lettera ha meno armonia ed è comunque molto diversa da quela del Senato. Si tratta di un font strano, essendo composto di sole maiuscole. Il Gotico scritto tutto in maiuscolo è abbastanza illeggibile. La U e la V sono uguali, la I e la J si confondono tra di loro, ma sono diverse. Per quanto mi riguarda, la forma delle lettere è brutta per chi è abituato all’Old English e simili. La Z ha un solo tratto centrale molto spesso e ondulato, a differenza dell’Old English che ne ha due rettilinei.
Ovviamente tutti questi font hanno i tratti pieni, senza ornamenti come nel marchio del Senato. Al massimo possono avere l’effetto sketch, o essere rovinati, o magari avere una sola linea trasparente al centro delle aste in senso longitudinale.
Anche se non c’entra niente sol Senato noto una cosa che mi era sfuggita: il Chomsky di Fredrick Brennan ha una M col tratto ondulato in alto a sinistra, che manca in Old English e simili ma è presente invece sulla testata del Messaggero di Roma.
La M del Chomsky è uguale a quella del quotidiano romano, almeno come conformazione? No: sul Messaggero la parte centrale della lettera è a forma di croce, e i tratti sottili sono solo due verticali. Nel Chomsky non c’è accenno di croce: i tratti spessi sono solo quelli verticali, e uniti a quelli sottili rettilinei da 2+2 raccordi orizzontali a mezza altezza.
Nell’Old English la parte centrale a forma di croce c’è, ma la lettera è molto più larga e spaziosa, e manca la bandierina in alto a sinistra. La stessa conformazione di Old London e Cloister Black.
Nel Taylor Gothic di Thor Christopher Arisland le scelte di base sono all’incirca le stesse del Messaggero, con la differenza che i tratti invece di incontrarsi e interromprersi spuntano oltre (vedi braccio orizzontale della croce) e lo svolazzo in basso a sinistra è molto più lungo.
La g di Old English e simili è chiusa nella parte inferiore, mentre sul Messaggero resta aperta. Anche nell’Ancient, dove però c’è una a a un solo piano.
Il quotidiano romano fin dal primo
numero ha avuto la testata a caratteri gotici. Il nome era “Il
Messaggiero”. La M aveva lo svolazzo in basso a sinistra molto
lungo e sottile, e non aveva la bandiera in alto a sinistra, ma la croce centrale già c’era. Le aste non erano piene, ma avevano un riflesso bianco sul lato sinistro.
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