Iris e Jasmine Upc

In Windows sono spesso comparsi dei font misteriosi di cui non si parla mai.

Uno è l’Iris Upc, che risulta incluso in varie versioni del sistema operativo, fra la 7 e la 11, più Vista, Xp e un paio di Server degli anni Zero.

È progettato per la scrittura tailandese, però contiene anche un alfabeto latino. Che ha una forma familiare, specialmente la f.

E in effetti non è altro che una versione dell’Optima, un classico della tipografia, disegnato nel 1958 da Herman Zapf, distribuito oggi da Adobe e Linotype.

Anche Devroye dice ben poco: in una dead page (pagina morta), c’è scritto che Upc starebbe per Unity Progress, una fonderia che si trovava a Bangkok. Segue l’elenco dei font che aveva realizzato per Microsoft, anche se Microsoft non viene mai nominata.

Tra gli altri c’è anche il Jasmine Upc, che nessuno lo dice ma sarebbe una versione leggera del Souvenir, disegnato da Morris Fuller Benton per la Atf nel 1914, e ripreso da Benguiat nel 1970.

Messi vicino al Times New Roman, questi font hanno un aspetto molto strano. L’Iris ha parecchio spazio bianco tra una linea e l’altra. Il Jasmine ha un’interlinea automatica minore. Comunque entrambi hanno lettere molto piccole.

Un testo in Jasmine corpo 15 occupa meno spazio in altezza rispetto al Times New Roman corpo 12, con interlinea singola automatica, in OpenOffice. E ancora le lettere non hanno raggiunto la stessa dimensione.

Impostando l’interlinea fissa, bisogna ingrandire il Jasmine a 18 perché occupi lo stesso spazio del Times in corpo 12.

Per l’Iris basta un corpo 17. E comunque lo spessore delle aste è più sottile rispetto al Times.

Probabilmente anche altri font prodotti da Upc sono doppioni di caratteri noti in Occidente, ma nessuno ha approfondito quali.

Comunque, il fatto che siano pensati per scrivere in tailandese, implica che non necessariamente la parte latina sia curata e utilizzabile. Per fare un esempio: nel Jasmine il punto esclamativo è senza dubbio troppo pesante rispetto alle lettere dell’alfabeto. Può darsi che sia tarato sulle lettere tailandesi.

Inoltre l’aspetto delle lettere sul monitor non è ottimale. Nel ricondurre le forme outline a un numero limitato di pixel sullo schermo, gli spessori vengono arrotondati per eccesso o per difetto, deformando un po’ le lettere e rovinandone l’armonia.

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