La coda della Q

La lettera più interessante dell’alfabeto latino, per quanto mi riguarda è la Q maiuscola. È una lettera che può essere disegnata in tanti modi diversi, e ogni disegnatore può sbizzarrirsi a piacimento. Un modo per distinguere un font dall’altro è andare a cercare subito la lettera Q e vedere come è fatta. In italiano tante parole iniziano per Q, e spesso vengono messe a inizio frase (Quando, Quale, Questo...). In latino pure è una lettera molto comune (vedi l’incipit della catilinaria usato da Bodoni nel suo manuale: Quousque...). In inglese un po’ meno (tranne quando si parla di Al Qaeda) ma in compenso ci sono parecchie J e W che pure sono lettere distintive.

La distinzione teorica tra maiuscole e minuscole dice che mentre le maiuscole sono contenute tra due linee le minuscole sono contentute tra quattro. Ossia, le maiuscole hanno tutte la stessa base e la stessa altezza, mentre le minuscole hanno una parte della lettera che sicuramente si trova tra un limite superiore e uno inferiore, a cui si aggiunge eventualmente un tratto ascendente o uno discendente (o entrambi). Il tratto ascendente può arrivare all’altezza della maiuscola, il tratto discendente invece scende sotto la linea di base della maiuscola.

Ecco: la Q è un’eccezione, perché pur essendo una lettera maiuscola, quasi sempre ha una coda che scende al disotto della linea di base (l’altra eccezione è la lettera J).

E la coda può avere forme, lunghezze, spessori diversi a seconda del font.

In passato era comune avere una Q con la coda così lunga che andava a sottolineare la lettera successiva. Antica usanza romana, che creerebbe qualche problema in tempi di tipografia a caratteri mobili. Volendo rispettare la tradizione, gli incisori dovevano incidere un’apposita legatura, ossia un carattere su cui era presente sia la lettera Q che quella successiva, ossia la u. Già, perché in italiano la Q si usa sempre in combinazione con la u. E in effetti ha lo stesso suono della C, tanto che è stata definita un grafema sovrabbondante. Wikipedia dice un sacco di cose interessanti in proposito, tra cui il motivo per cui certe parole che potrebbero essere scritte con la q, ad esempio scuola, si scrivono invece con la c (derivano da parole latine in cui la q non c’era: schola...).

C’è anche una curiosità: Q e J sono le uniche lettere che non compaiono nella tavola periodica degli elementi chimici, ma il fatto che entrambe possano avere un tratto discendente è solo una coincidenza; il fatto è che queste lettere non sono presenti nel nome degli elementi, almeno non in posizione chiave.

Su Google Fonts ci sono alcuni font che hanno una Q con coda molto lunga. Ad esempio quelli della collezione di Igino Marini, Im Fell. Il fatto è che si tratta di una riproduzione fedele di caratteri realmente esistiti nei secoli passati, quando questa scelta era consueta. Nell’Im Fell Dw Pica la Q va a sottolineare solo la u, mentre nell’Im Fell English supera la u e arriva anche alla lettera successiva.

Un altro è il Cormorant: nella versione di base ancora troviamo unita soltanto la coppia Qu, mentre nel Cormorant Garamond e Cormorant Infant la coda arriva fino alla terza lettera della parola.

Gli altri font si mantengono molto più moderati. Nel Lusitana, di Ana Paula Megda, la coda della Q arriva fino a metà della u successiva.

E nel Merryweather, di Sorkin Type, la coda della Q arriva fino sotto la prima asta verticale della u.

Altri font molto popolari, come Noto, Roboto e Lora, hanno code che rimangono tutte al disotto della lettera stessa, pur protendendosi verso destra.

Una coda che procede in questo modo non è la sola scelta possibile. Nel Playfair Display la coda spunta in direzione sinistra per poi formare un angolo e proseguire verso destra. Soluzione che fa venire in mente l’opera dell’incisore Baskerville, e non a caso su Google Fonts si trova anche il Libre Baskerville che è strutturato nello stesso modo.

Un’altra soluzione in voga intorno all’inizio del Novecento prevedeva una coda sinusoidale che iniziava sul lato interno e proseguiva su quello esterno. In questi giorni è molto scaricato lo Zen Antique che è strutturato in questo modo, chiaramente ispirato al Century. Su Google Fonts c’è anche l’Old Standard Tt che applica una soluzione del genere ispirandosi a font d’epoca, e il Noticia Text che invece la applica in maniera un po’ più insolita.

Un caso a parte è il Pt Serif di Paratype, in cui la coda è proprio staccata dal resto della lettera.

Nello Zilla Slab la coda della Q è un semplice segmento che sta mezzo dentro e mezzo fuori dal cerchio, e che neanche supera l’estremo destro del contorno della lettera. Una soluzione tipica nei sans serif.

Infine, un’altra variante degna di nota è quella del Josefin Slab, di Santiago Orozco. Qui la coda è un segmento orizzontale che parte dalla base della lettera. In pratica in questo caso la Q non ha nessun tratto discendente, in controtendenza rispetto a tutti i principali font presenti sul sito.

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