Buddha e Jesus Saves

Strano a dirsi, esiste un font chiamato Buddha. Un font commerciale. È stato disegnato da Dan X. Solo, per Solotype, sulla base di quello venduto prima del 1900 dalla fonderia Schelter & Giesecke.

Dico strano perché non riesco a immaginare qualcuno che voglia mettere in commercio caratteri chiamati Gesù, o Maometto.

Qui tutte le lettere sono composte da tratti curvi che iniziano larghi e si restringono verso l’altra estremità, terminando a punta. Un aspetto vagamente orientaleggiante, che troviamo in vari font che cercano di evocare la Cina, soprattutto, e il Giappone.

Identifont non lo conosce.

Però conosce il Jesus Saves, di Harry Warren, Breauhare. Un progetto molto singolare. “Basato sul familiare vecchio logo che nasconde la parola Gesù in un insieme di barre verticali ramificate”, dice la descrizione. Non proprio familiare, dato che non l’ho mai visto e neanche riesco a trovarlo sui motori di ricerca.

In pratica ogni glifo è composto di segmenti verticali e orizzontali, che delimitano a sinistra e a destra uno spazio bianco che in realtà... è la forma della lettera! I lati superiore e inferiore rimangono aperti.

“I caratteri sembrano essere un linguaggio alieno e criptico, a prima vista, forse anche giapponese cinese o coreano … È un enigma per gli occhi … È un carattere che attira l’attenzione, un rompicapo intrigante da decifrare” dice la descrizione.

Non è poi così attraente a vedersi, ma l’idea che bisogna leggere le lettere nel vuoto anziché nei tratti è comunque originale. La famiglia comprende anche due stili: Jesus Heals, ossia la forma base delle lettere, nuda e cruda, e Jesus Lives, ossia la versione outline 3d. Semplici all-caps senza linee curve.

Tra i font gratuiti ne esistono un paio il cui nome contiene la parola Buddha, e vari dingbat che tra i vari simboli religiosi cristiani contengono anche qualche ritratto di Gesù.

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