Eboracum
La DeLittle è stata l’ultima azienda a fabbricare caratteri in legno in Inghilterra.
L’ultimo proprietario, nipote del fondatore, è morto nel 2014 a 78 anni.
Il sito Wood Type Research ne ha dato notizia, ricordando la produzione di un carattere in particolare: l’Eboracum, che prende il nome che gli antichi romani avevano dato alla città di York, dove era nato il fondatore dell’azienda.
Si tratta di un white-letter, ossia un carattere in cui non sono i tratti delle lettere ad essere inchiostrati, ma tutto ciò che li circonda.
All’epoca dei caratteri in legno, c’era il problema che si formavano delle righe verticali bianche tra una lettera e l’altra. La soluzione che era stata messa a punto dalla DeLittle era quella di dividere un carattere dall’altro all’interno dell’asta.
Sul sito si può vedere un esempio di come funzionava, da una foto del materiale illustrativo dell’epoca.
Per scrivere la E di Eboracum si comincia con un carattere che contiene solo la parte sinistra dell’asta della lettera, con le due grazie. Si ricordi che è in negativo, quindi la parte stampante è quella in rosso. La separazione con la lettera successiva avviene dentro l’asta della lettera, cioè nella parte bianca non stampata.
Il carattere successivo comprende sia la parte di destra della E che il tratto verticale della lettera successiva. Che a seconda dei casi può essere una D, un’altra E, una F, una P, una R... In questo caso è una B. Il carattere viene chiamato E|.
Il carattere B contiene solo la parte centrale della lettera, ossia stampa solo le controforme dei due occhielli.
Segue il carattere di congiunzione tra B e una lettera curva, qui chiamato B(. La lettera successiva potrebbe essere una C, una Q, in questo caso è una O.
Abbiamo poi il carattere con la parte centrale della O (solo la controforma), dopo il quale troviamo la congiunzione tra O e asta verticale, chiamato O|.
E così di seguito: la parte centrale della R, la congiunziona RA, la parte centrale della A (solo le controforme), la congiunzione tra A e lettera curva, A(, e così via.
Il tutto è inseirito dentro una cornice di quattro pezzi: due strisce orizzontali sopra e sotto, più due forme ornate alle estremità.
Insomma, quello che si vede è una specie di cartiglio rosso con la scritta in bianco sopra.
Il tag white-letter non è utilizzato sui siti commerciali per indicare qualcosa del genere, quello reverse può riferirsi a tante cose.
Come si fa a trovare un font digitale che abbia un effetto simile, e meno complicazioni?
Scorrendo la lista dei Fantasia di Dafont è facile trovare lettere in bianco su fondo nero, ma di solito sono separate l’una dall’altra. Nessuno punta sull’effetto cartiglio.
Il primo di questo genere lo troviamo in undicesima pagina (temevo peggio). È il Kg Defying Gravity, di Kimberly Geswein. Le lettere sono in un sans serif stretto, tendenzialmente monospace (la I è allargata con grazie slab). C’è parecchio spazio vuoto (ossia nero) tra una lettera e l’altra.
A delimitare la scritta, a destra e a sinistra, c’è una forma come quella dell’estremità di un nastro tagliato a V.
Lo specimen contiene qualche consiglio su come usare il font.
Anziché dare alla scritta l’aspetto di un nastro colorato con scritta in bianco (o comunque, nel colore di sfondo) è possibile alternare il colore di ogni lettera in maniera tale da avere una scritta arcobaleno, ed è possibile anche alternare lettere rialzate e ribassate, in maniera tale da ottenere una scritta più movimentata. Da cui il nome, che significa “sconfiggere la gravità”.
Quest’ultimo effetto si ottiene con la versione Bounce, mentre nel file di base maiuscole e minuscole sono identiche.
La Geswein ha caricato sul sito 311 font. Il più scaricato ieri è il Red Hands, oltre 2 mila download (sans serif informale), seguito dal’Happy (sans serif pure disegnato a mano, con ombra sketch a sinistra e in basso) e Flavor and Frames Three (dingbat con frecce, cuori, cartigli).
Poco più in basso troviamo altri due font in cui le lettere sono in negativo: Chasing Cars e A Little Swag. In entrambi i casi le lettere sono disegnate su bandierine, separate tra di loro. Nel primo caso, la parte bassa è tagliata a V con punta verso il basso, nel secondo caso la punta è verso l’alto.
Alternando maiuscole e minuscole, le bandierine hanno un’altezza diversa, ed è possibile di nuovo ottenere un effetto ballonzolante.
La stessa autrice ha realizzato il Primary Dots, in cui le lettere sono composte da puntini. Utile per gli insegnanti che si occupano di bambini che ancora non sanno scrivere. L’alunno deve semplicemente ricalcare i puntini per imparare ad ottenere la forma delle lettere stampatelle.
Il Defiyng Gravity si trova in download anche su FontSpace, ma nessuno dei tag consigliati dal sito porta verso risultati nello stesso stile.
A differenza dei caratteri in legno, nei font digitali non c’è il problema di spezzare le lettere e creare caratteri intermedi, né di aggiungere barre di colore sopra e sotto.
Su Google Fonts, a parte il Monofett non ci sono font con lettere in negativo. Né ci sono font pensati per comporre targhette o cartigli in blocco. Del resto il sito seleziona caratteri usabili per i titoli dei siti web, non per grafiche generiche.
Comunque, una versione digitale gratuita (per uso personale) dell’Eboracum si può trovare su Dafont col nome di York Whiteletter, realizzata da Pilaster Davy. Sono disponibili diversi tipi di ornamenti da aggiungere intorno alle parole, oltre a quello originale. Inoltre la forma base delle lettere è stata riutilizzata dallo stesso autore nello York Baile Hill, dove però le aste sono in nero e lo sfondo è bianco
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