La scrittura odia (o oriya)

La scrittura odia o oriya viene usata per scrivere testi nell’omonima lingua in India.

Secondo Wikipedia ci sarebbero poco meno di 40 milioni di parlanti totali.

L’enciclopedia mostra un cartello di avvertenze bilingue, in hindi e in oriya.

Ma i caratteri hindi sono riconoscibili per via della linea orizzontale che unisce in alto tutte le lettere di ciascuna parola.

Nella scrittura odia invece le lettere sono separate. Molti tratti sono curvi, ma c’è anche qualche tratto rettilineo.

La derivazione è dalla scrittura Kalinga. Il più antico testo scritto con questi caratteri risalirebbe a poco dopo l’anno Mille.

L’abbondanza di linee curve deriva dal fatto che in origine il supporto usato era la foglia di palma, che tende a lacerarsi quando si tracciano segni rettilinei.

La scrittura kalinga è caduta in disuso a partire dal dodicesimo secolo. Wikipedia in italiano non contiene una voce dedicata. Che però c’è in inglese e in un’altra manciata di lingue (novità, il pulsante per passare da una lingua all’altra su Wikipedia si è spostato in alto a destra, vicino al nome della pagina. Se in origne si vedeva l’intera lista di traduzioni del termine, di recente se ne vedevano solo alcune, adesso non se ne vede nessuna. C’è soltanto il numero di lingue disponibili, in questo caso sei).

Sia il kalinga che l’oriya fanno parte della famiglie di scritture brahmi. Che non sono dei veri e propri alfabeti, ma degli abugida o alfasillabari, nel senso che si basano sulle consonanti. Le vocali non compaiono come caratteri a parte, ma come diacritici delle consonanti, oppure sono incorporate nello stesso segno della consonante.

Le lingue che fanno parte di questo gruppo sono molte. Wikipedia permette di metterle a confronto visivamente. La forma delle lettere può essere anche notevolmente diversa, da una scrittura e l’altra.

Della lista fanno parte assamese, bengalese, devanagari, gujarati, gurmukhi, tibetano, brahmi, telugu, khannada, singalese, malayalam, tamil, birmano, khmer, thai, lao, balinese, giavanese e baybayin.

Sul mio computer i caratteri vengono visualizzati tutti, tranne quelli del balinese (e i tre dei baybayin).

Il baybayin è un sistema di scrittura scomparso, usato per la lingua tagalog prima della colonizzazione spagnola. Deriva dal sistema kavi dell’isola di Giava. Nel quattordicesimo secolo era già in uso.

Wikipedia non fa mai riferimenti agli inventori di queste scritture. Mentre nelle scritture più recenti si conosce con certezza il nome dell’inventore e l’anno dell’invenzione, per le scritture più antiche a volte viene tramandato il nome di un mitico inventore, o talvolta di un dio che avrebbe elaborato l’alfabeto in un contesto ben preciso. Non in questo caso, a quanto pare.

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